Crescent/18: non toccate il Fusandola !!

 Aldo Bianchini

SALERNO – Vorrei tanto avere il piacere di conoscere direttamente i progettisti della mega Piazza della Libertà e del Crescent per stringere loro la mano. Non c’è niente da dire, hanno idee progettuali di altissimo livello, tanto da arrivare a pensare e credere che il “torrente Fusandola” (meglio sarebbe chiamarlo “asta torrentizia”) possa essere praticamente intubato ed anche deviato dal suo letto naturale senza rischi idrogeologici ed in piena sicurezza. Un fatto è certo, dalla deviazione del corso del “fiume Alento” (quello in cui i Visigoti seppellirono il loro “re Alarico” la notte del 24 agosto 410 d.C.) sono passati molti secoli e le tecnologie ingegneristiche sono certamente molto più avanzate dell’epoca. Niente da dire, quindi, se non fosse per il fatto che nel caso di Alarico il fiume riprese subito il suo corso naturale in cui continua a scorrere da secoli, nel caso del Fusandola, invece, si tratta di deviare il corso e di intubare il torrente proprio nella sua parte finale e più pericolosa. Tutto questo per garantire la continuazione dei lavori della Piazza e del Crescent in barba alle necessarie autorizzazioni che secondo alcuni non sarebbero state ancora concesse o che sarebbero state concesse ma in maniera parziale e contro ogni regola. La questione viene da lontano; già nel novembre del 2011 gli allora consiglieri alleati Anna Ferrazzano e Roberto Celano presentarono “interrogazione a risposta scritta” diretta al sindaco De Luca che ovviamente non rispose. Qualche giorno fa è stato sempre Celano a riportare a galla l’argomento nel Palazzo di Città con una ulteriore “interrogazione” per avere delucidazioni sul fatto <<Che si apprende da note redatte dall’associazione “Italia Nostra” che si riscontrerebbe l’assenza di autorizzazione paesaggistica sulla deviazione del torrente Fusandola per effetto del vincolo di cui alla lettera c) art. 142 D.lgs. n. 42/2004, che sarebbe necessaria in quanto torrente iscritto nell’elenco delle acque pubbliche della Provincia di Salerno ex. R.D. n. 1775/1933>>. E’ vero che Roberto Celano fa il consigliere di opposizione (peccato che lo faccia solo lui !!) ma, al di là della politica, il problema c’è e rimane in tutta la sua straordinaria importanza. E ritorna la domanda che ho già fatto in passato: <<Fino a che punto la riconosciuta professionalità dei tecnici e le esigenze progettuali possono spingersi senza mettere a rischio la sicurezza ?>>. E’ una domanda alla quale non possono e non devono rispondere i tecnici, loro fanno i loro progetti secondo le loro idee e si assumono le loro responsabilità; la risposta la deve dare la politica che è tenuta a chiarire quali correnti di pensiero hanno prevalso nella decisione di scegliere queste tecnologie avanzate.  Forse molti hanno dimenticato che la cattiva o inesistente manutenzione del Fusandola fu una delle concause del micidiale evento climatico che procuró danni incalcolabili alla cittá e portó con se centinaia di morti e migliaia di feriti; parlo dell’alluvione del 1954. Ma a Salerno, si sa, come in una sorta di autocastrazione si trascurano le “aste torrentizie” e spesso si ha l’abitudine di deviarle e di intubarle. Addirittura una ventina di anni fa un “eroico magistrato” si concesse anche il lusso di indagare con una velocità inconsueta gli autori di un “progetto socialista” per il risanamento delle aste torrentizie; e il progetto finì nel dimenticatoio. Salerno, dal punto di vista orografico e  idrogeologico, é una cittá molto particolare; é stretta dalle colline e dal mare e il suo territorio é attraversato perpendicolarmente da diverse aste torrentizie che, come una gigantesca e naturale opera di regimentazione delle acque, portano verso il Tirreno tutta l’acqua piovana estremamente pericolosa per l’assetto idrogeologico del territorio. Detto questo, va da se capire quanto sia importante lasciare il piú  possibile le cose cosí come madre natura le ha create. Troppi imbrigliamenti, troppi intubamenti, tenuto conto della violenza delle aste torrentizie salernitane che dormono per decenni e poi improvvisamente esplodono, potrebbero causare un’altra grave catastrofe. Per fare solo un esempio che, per banale che sia, è pur sempre una testimonianza vera. A Torrione, nel largo tra il Bar Luna, la Farmacia Grimaldi e l’edicola dei giornali è accaduto più di una volta che siano letteralmente esplosi i tombini e che la stessa strada si sia aperta come un pezzo di burro, senza contare i periodici allagamenti autunnali ed invernali; lì sotto passa il Rio Torrione che era, è, e rimarrà un pericolo per tutti. Qualcuno dirà che quasi tutto il corso del “rio Torrione” è intubato da molti decenni; è vero così come è vero che, comunque, costituisce un pericolo impressionante. Ebbene perché ora andare a deviare ed intubare il Fusandola (che certamente è molto, ma molto, più pericoloso del Torrione per via della portata d’acqua notevolmente superiore) solo per soddisfare qualche esigenza tecnico-progettuale; per queste è buona norma pensarci prima, molto tempo prima. La natura fa le cose per bene e va sempre rispettata.

 

 

 

 

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