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Da pochi giorni l’Istituto Bruno Leoni ha pubblicato una dettagliata analisi di tutti gli interventi di natura fiscale che il governo attuale ha portato a termine, mettendone in evidenza il peso aggregato. Lo studio, a cura di Diego Menegon (http://www.brunoleonimedia.it/public/Papers/IBL-PolicyPaper-06-Fisco_Letta.pdf), punta l’indice proprio su questa caratteristica: tanti piccoli interventi che nel complesso assumono una rilevanza significativa, rivolti più alla riallocazione della spesa che al contenimento della stessa. Menegon mette in evidenza l’aumento delle imposte di bollo per finanziare la tutela del territorio e la ricostruzione dei comuni abruzzesi terremotati. Allo stesso modo gli ammortizzatori sociali in deroga hanno visto un incremento dello stanziamento, ottenuto tramite il prosciugamento del fondo per le decurtazioni fiscali a favore della contrattazione di secondo livello e tramite la deviazione degli introiti delle multe dell’Antitrust (che dovrebbero invece finanziare interventi a favore dei consumatori). Sul lato efficienza energetica gli incentivi alle ristrutturazioni sono in parte autofinanziati dai maggiori flussi di IVA fatturata per i lavori stessi e in parte coperti con l’aumento dell’IVA sui prodotti editoriali e su quelli forniti dai distributori automatici. Solo il famoso “decreto del fare”, spiega Menegon analizzandone tutti i dettagli, prevede un saldo negativo per i contribuenti perché “… se nel 2013, infatti, si prevedono minori entrate fiscali per 11,65 milioni di euro, nel 2014 e nel 2015 si troveranno a pagare rispettivamente 84,5 e 59,5 milioni di euro di tasse in più”. Tralasciando argomenti molto discussi in pubblico, ma comunque trattati da Menegon come aumento dell’IVA e IMU, ci sono altri interventi di natura settoriale che sommati tra loro comportano ulteriori uscite per i cittadini italiani; ad esempio la copertura degli oneri a carico della finanza pubblica previsti dal “decreto cultura”, parzialmente finanziati dall’aumento delle accise su oli lubrificanti, alcolici e tabacco. Questa analisi è quindi particolarmente meritoria perché restituisce un quadro d’unione che altrimenti tutti noi avremmo fatto fatica a cogliere e ci permette di giudicare il governo in carica con una visione più veritiera. L’ultima segnalazione che rende onore al lavoro svolto dall’istituto Bruno Leoni è la pubblicazione (con sottotitolatura in italiano), sul proprio canale youtube, della serie Free to choose di Milton Friedman. Questi servizi a metà tra il documentario e il dibattito furono diffusi nel 1980; guardandoli mi sono accorto che sono tremendamente attuali. Una ventata di aria fresca in tempi di afa politica.