Antonio Citera
SALA C. – Giorni frenetici in via Tressanti a Sala Consilina. La soppressione del tribunale ha destabilizzato gli animi, una forsennata battaglia contro i mulini a vento combattuta a quattro mani soprattutto dagli avvocati che, nelle ultime ore stanno insistendo e stringendo i denti per salvare il salvabile. Azioni clamorose, incatenamenti e barricate sul tetto del presidio salese, tengono col fiato sospeso l’intero comprensorio (si fa per dire !!). Un fatto è certo cari amici lettori, gli unici a volere la salvezza del tribunale sembrano essere gli avvocati. La politica a parte alcuni illeggibili comunicati dell’ultimo momento, ha benedetto il passaggio di consegne a Lagonegro che avverrà il prossimo 13 settembre. In gioco non c’è solo la sorte del Tribunale, ma anche quella dell’ordine degli avvocati di Sala Consilina che con la soppressione del tribunale potrebbe essere sciolto. Nulla di certo, voci, paura, ma negli ambienti forensi questo fatto inizia seriamente a preoccupare. Per il momento il Ministero tace, ma niente e nessuno può prevedere quello che nei prossimi giorni potrebbe succedere. La speranza dell’avvocatura è quella che non si intacchi il loro essere. Una situazione di incertezza che scalfisce i volti già provati e velati degli addetti ai lavori. A tal proposito e a conferma di ciò che abbiamo detto, vi proponiamo il comunicato stampa del CNF:
Roma 6/9/2013. Con riguardo al Comunicato stampa pubblicato ieri sul sito del Ministero della Giustizia, il Consiglio Nazionale Forense rileva che il testo ignora gli Ordini forensi. Infatti, i contenuti annunciati di un decreto ministeriale di cui non è ancora stato diffuso il testo, sembrano aver riguardo alla sola “autorizzazione- per un periodo di due anni a decorrere dalla data di entrata in vigore del decreto legislativo 2012 n. 15- della trattazione dei procedimenti civili ordinari e delle controversie in materia di lavoro, di previdenza e assistenza obbligatoria pendenti alla data del 13 settembre 2013 presso un numero limitato di sedi soppresse nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria”. E fanno riferimento ad una “selezione” delle sedi sulla base di criteri indicati nel documento. Il Consiglio Nazionale Forense, preso atto di quanto sopra, si è riunito ieri in seduta amministrativa straordinaria ed ha assunto una delibera per confermare l’interpretazione del decreto legislativo n. 155/2012 già espressa nel parere dell’Ufficio studi inviato al Ministro della Giustizia e agli Ordini forensi il 22 luglio scorso; interpretazione ribadita sia al Ministero della Giustizia che in ogni altra sede istituzionale con fermezza. Ossia che, in mancanza di una espressa disposizione di legge concernente la sorte degli Ordini che hanno sede presso i tribunali soppressi, e di una disciplina dei rapporti di cui essi sono titolari, è inverosimile pensare che alla soppressione dei tribunali possa conseguire automaticamente quella degli Ordini forensi.
Un comunicato rassicurante, almeno per quanto riguarda gli ordini forensi, tutto dovrebbe restare invariato, ma si sa, la Cancellieri e la sua equipe di sorprese ne hanno ancora da esibire e, nulla è dato per scontato.