Antonio Citera
SALA C. – Era il settembre del 2011, iniziavano a girare le voci di una possibile riforma della geografia giudiziaria, un taglio netto a quei tribunali che non rispettavano determinati requisiti prefissati in un decreto voluto e stilato dal Governo Berlusconi per un risparmio di spesa ancora tutto da provare. Voci si diceva allora, molto scetticismo e tanto umorismo intorno alla vicenda. Tra i tribunali da sopprimere c’era quello di Lagonegro, un piccolo presidio in una piccola comunità con un bacino di poche decine di migliaia di utenti. In Basilicata, veniva salvato il tribunale di Melfi che, rispondeva pienamente alle caratteristiche che il decreto mangia tribunali aveva dettato. Col passare dei mesi, quando la vicenda cominciava a prendere forma e, il decreto di revisione cominciava a far paura, ecco che qualcosa succede. (Ricordiamo ai lettori che nel frattempo, il tribunale di Sala Consilina anche se inserito nella lista dei possibili soppressi, aveva buone possibilità di restare in vita in quanto aveva le carte in regola proprio come Melfi). L’intervento del Vice Presidente del Consiglio Europeo Gianni Pittella politico del PD, natio di Lauria, una cittadina a pochi km da Lagonegro, scombussola il disegno del Governo. Pittella, con grande padronanza di se, prende carta e penna e comincia a scrivere:
“Gianni Pittella Primo Vicepresidente Bruxelles, maggio 2012. Al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano Illustre Presidente, Caro Giorgio, Con la legge delega 14 settembre 2011 n. 148 si sono individuati i criteri in base ai quali il governo dovrà provvedere alla riscrittura della geografia giudiziaria in Italia. I Tribunali di Sala Consilina (Provincia di Salerno), Lagonegro (Provincia di Potenza), Castrovillari (Provincia di Cosenza) e Scalea (sezione distaccata del Tribunale di Castrovillari), non risponderebbero ai criteri identificati nella suddetta legge delega e potrebbero pertanto essere definitivamente cancellati dalla geografia giudiziaria con il prossimo decreto legislativo. A seguito della cancellazione di questi tribunali, un’area che si articola su una fascia chilometrica di 264 km lungo l’asse Salerno-Cosenza si vedrebbe privata di qualsiasi presidio giudiziario. Ciò avrebbe conseguenze pesantissime su tutto il territorio. L’area interessata si caratterizza, infatti, per un’alta concentrazione criminale dovuta soprattutto alla presenza di organizzazioni di tipo mafioso. L’assenza di Tribunali indebolirebbe le azioni di presidio del territorio e renderebbe più difficili le attività a contrasto delle organizzazioni criminali. Inoltre, la chiusura di questi quattro tribunali minerebbe profondamente la coesione territoriale dell’area interessata: questa fascia territoriale è, infatti, sempre più caratterizzata da fenomeni di desertificazione dei servizi pubblici. La riconfigurazione della geografia giudiziaria definita dalla legge delega 14 settembre 2011 n. 148 peggiorerebbe la situazione pregiudicando la tutela dei diritti delle comunità di riferimento. Per queste ragioni, con la presente si richiede che i tribunali di Sala Consilina, di Lagonegro, di Castrovillari e di Scalea siano mantenuti. Nel caso in cui ciò non fosse in alcun modo possibile, si richiede di valutare il mantenimento dei tribunali geograficamente bari centrati rispetto all’aria interessata. Cordiali saluti Gianni Pittella”
Queste le parole in apparenza innocue, ma che nascondono messaggi in codice ben precisi, fatto sta che dopo poche settimane, scompare dalla lista dei tribunali da sopprimere Lagonegro e, come per incanto, appare Melfi. Questa nuova mappatura, costringe il Governo a ridisegnare il tutto e, se in principio il vicino tribunale di Sala Consilina avena buone possibilità di salvezza, in breve tempo contro ogni norma costituzionale, viene inserito nella lista nera dei sicuri condannati, accorpato proprio a Lagonegro, (provincia diversa e regione diversa). Questa in breve la storia di due tribunali Melfi e Sala Consilina che sono caduti sotto i colpi mirati di Gianni Pittella che, pur di difendere il suo territorio dalle invasioni barbariche della politica, ha costruito una trincea inattaccabile, cosa invece che non è avvenuta ne a Melfi ne a Sala Consilina, dove i rappresentanti politici, annebbiati dal polverone, hanno preferito alzare bandiera bianca arrendendosi di fronte all’avanzata del “nemico–amico”, trovando l’accordo in un armistizio che ci rende vittime designate di sua maestà la politica.