vania de maio
TEGGIANO – Sono passati ormai quasi due anni, era precisamente sabato 8 ottobre 2011, dal tragico incidente in cui perse la vita il professor Giuseppe Fiore, la strada fu chiusa al traffico (ad eccezione dei residenti) e mai riaperta, stiamo parlando della SP 263, unica via che collega i paesi del Vallo di Diano ai paesi del comunità del Calore salernitano (Sacco, Piaggine, Vallo dell’Angelo, Laurino ecc..) e quelli degli Alburni. A distanza di due anni dalla morte del povero professor Giuseppe Fiore, lungo la strada provinciale 263, meglio conosciuta come Pedemontana, tra i comuni di Teggiano e Sassano, avvenuta a seguito di un incidente stradale scaturito dalla presenza di fango lungo la carreggiata, nessun provvedimento serio è stato ancora adottato. Nessun provvedimento perché l’arteria stradale risulta ancora chiusa nel tratto successivo all’avvenuto sinistro, e ad ogni temporale, continua a scendere, inarrestabile, una melmosa fanghiglia che invade la carreggiata, creando un serio pericolo per le vetture in transito. Con i temporali autunnali e invernali, terra e fango scivolano giù dal costone a monte, oggetto di più volte di devastanti incendio. Una transenna ed un nastro impediscono il passaggio alle vetture che sono costrette ad una deviazione per la popolosa frazione di “Pantano” al fine di raggiungere le frazioni di “Piedimonte” “Prato Perillo” e “San Marco”. Non basta neppure l’effetto mediatico, che tante tragedie provocano, quando l’impudenza e la superficialità dell’uomo non pone rimedio a situazioni pericolose per la nostra stessa esistenza. Ma il problema non è certo questo. Il problema vero è che a distanza di due anni, nessun incontro e nessuna proposta tecnica è stata avanzata, da alcuno, per la messa in sicurezza del costone e quindi della viabilità sottostante, nonostante i continui e costanti solletici giornalieri dell’amministrazione comunale a gestione Michele Di Candia che dichiara “Le strade statali e provinciali, come SP 11, SP 39 e SP263, versano in stato pietoso, manto stradale sconnesso e avallato, buche e rattoppi fatti al risparmio. La Manutenzione è completamente assente, che fa montare, a ragione, la rabbia degli automobilisti costretti a percorrere una strada su cui rimane evidente l’assenza delle istituzioni preposte alla sua cura e manutenzione. E’ una storia, ormai, che si ripete da anni e che si ripropone, immancabilmente, ogni estate, l’erba alta ai lati di una delle strade più frequentate dagli automobilisti del Vallo di Diano. La SP 263 è una storia a parte basta dire che non è stato mai rifatto il manto stradale dal 1970. Ogni giorno chiediamo l’intervento della provincia, della Regione e di altri enti competenti”. Nel gennaio 2012 il responsabile del Codacons del Vallo di Diano Roberto De Luca scrive addirittura al Prefetto di Salerno, e denuncia lo stato di abbandono in cui versa la SP 263 nel comune di Teggiano, chiusa al transito automobilistico dall’ottobre 2011, dopo un incidente mortale che costò la vita ad un docente di Padula. “Si segnala tale disagio alla S.V. – scrive De Luca al Prefetto – affinché vengano sollecitate tutte le opportune procedure tecnico-amministrative per il ripristino della SP 263 e per eventuali opere di riforestazione a monte della stessa, nell’interesse dei cittadini del Vallo di Diano e dei visitatori della splendida cittadina di Teggiano.” Di solito, quando capita una tragedia, generalmente, ci si augura che almeno serva a far comprendere dove si sbaglia e come porre rimedio. Ma sulla SP 263 purtroppo non è così. La morte del segretario comunale di 36 anni, Antonio Tardio, originario di Piaggine prima e del povero professor Fiore, poi non sono servite neppure a questo. Naturalmente, ora, si scatenerà il balzello delle competenze; chi ha la competenza per fare cosa? Chi ha le risorse per fare che? Insomma, in questa Italia, che da nord a sud è stretta in un’unica grande emergenza idrogeologica, ci siamo oramai abituati a contare le vittime, facciamo davvero fatica ad anticipare gli eventi ed a prevenire le catastrofi. Eppure basterebbe poco. Basterebbe, ad esempio, far tornare a lavoro quegli uomini che quando furono assunti, anni fa, avevano come compito proprio il mantenimento della viabilità. Stiamo parlando della mitica figura dei “cantonieri” che avevano responsabilità oggettiva sul proprio tratto di competenza. Chi ha qualche anno in più , ricorderà questi uomini che indossavano persino una sorta di divisa ed un berretto. Cosa resta da aggiungere? Solo che, nel caso della SP 263, si badi bene, il divieto di transito del tratto descritto, nonché le transenne, sono state apposte dal Comune di Teggiano nell’estremo tentativo di scongiurare un’altra tragedia stradale.