SALERNO – Nelle ultime settimane le voci si erano accavallate alle voci, fino a diventare notizia. Una notizia pubblicata in anteprima da “Cronache del salernitano” domenica 18 agosto 2013 con un titolo ad effetto: “Il destino del PD e del Governo passa per Sassano”. Avete letto bene, proprio per Sassano perché lì è sindaco Tommaso Pellegrino (già deputato dei Verdi ed attuale esponente del PD in provincia di Salerno). In verità sabato sera dalla redazione del giornale mi avevano chiamato per verificare l’esatto numero di cellulare del sindaco che non rispondeva alle continue chiamate. Poi la semplice notizia è diventata più corposa con l’aggiunta di alcune dichiarazioni di Tommaso Pellegrino che si è lasciato catturare (politicamente sbagliato !!), forse, dalla maggiore notorietà e diffusione de “Il Mattino” che lunedì 19 agosto 2013 ha titolato: “PD, a Sassano prove d’intesa Renzi-Letta” con una bella foto di Pellegrino e di Boccia tanto per rinverdire la consolidata amicizia tra il deputato PD e l’astro nascente del salernitano. Questa, in sintesi la grossa notizia che grazie al lavoro degli attenti colleghi Andrea Pellegrino e Pasquale Sorrentino potrò ora tranquillamente commentare. Insomma pare che a Sassano, verso la fine del prossimo mese di settembre, ci sarà un raduno speciale di tutti i sindaci (o almeno di quelli disponibili) vicini alla “linea Renzi” per preparare l’assalto alle prossime primarie e, forse, al governo nazionale passando attraverso “larghe intese” del tipo Renzi-Letta. Un colpo di fortuna per il pur bravo Tommaso Pellegrino o il frutto di un’attenta strategia studiata a tavolino. Io propendo per la seconda ipotesi. Ma andiamo con ordine e rifacciamo la storia dei fatti di questi ultimi mesi a cominciare dalle primarie del novembre 2012, quelle stravinte da Pierluigi Bersani a tutto danno di Matteo Renzi beffato da una consultazione soltanto apparentemente trasparente. In provincia di Salerno stravinse la linea di Vincenzo De Luca che, come spesso accade ai potenti giunti all’apice, non seppe gestire la vittoria e ritenne di mortificare e schiacciare tutti quelli che si erano schierati per Renzi, tra i quali, ovviamente, Tommaso Pellegrino (e non solo lui !!) che da quel momento sembrava sparito dalle prime linee del partito anche a causa del prolungato silenzio del rottamatore nazionale. Pellegrino era entrato nel “quadrunvirato” salernitano quasi per caso, forse a luci spente e con un po’ di titubanza, trascinato dall’allora irrefrenabile Sergio Annunziata (sindaco di Atena Lucana e presidente della Conferenza dei sindaci della ASL) con a fianco Paolo Russomando (consigliere provinciale e sindaco di Giffoni V.P. in rotta con lo zio Ugo –fedelissimo di De Luca) e Franco Alfieri (consigliere provinciale e prorompente sindaco di Agropoli). Erano questi tre che rubavano la scena a Pellegrino. Nella campagna elettorale delle primarie vennero definiti “i quattro cavalieri dell’apocalisse” perché furono gli unici sindaci della provincia a schierarsi apertamente contro l’imperatore Vincenzo De Luca che non perse tempo e li massacrò tutti, anche se per qualche giorno era addirittura apparsa possibile la loro vittoria. Uno ad uno sono caduti in sacrificio sull’altare del partito e dei voleri del capo supremo. Pellegrino scomparve quasi subito dalla scena, Alfieri è stato impallinato dalla magistratura e Annunziata vittima di se stesso e delle sue indecisioni. Insomma la partita sembrava bella e finita soprattutto dopo la nomina a vice-ministro di De Luca. Ma in questo caso il silenzio ha premiato l’unico che non si è fatto vincere dalla voglia di fare ed è rimasto in attesa di tempi migliori; probabilmente (ma è solo un’indiscrezione giornalistica !!) sotto sotto ha navigato nelle stesse acque dell’arrabbiatissimo sen. Alfonso Andria letteralmente brutalizzato dalla classe dirigente salernitana del PD che non ha capito che con la cacciata di Andria potevano aprirsi scenari inquietanti ed interessanti all’interno del Partito Democratico, e non soltanto per le prove dei tanti misfatti compiuti nel corso delle primarie dalla dirigenza che Andria custodisce segretamente nei suoi archivi. Sarà quel che sarà, sta di fatto che il silenzio e la tenacia ha premiato colui il quale può giustamente essere indicato come il nuovo rottamatore salernitano della sinistra: Tommaso Pellegrino che, grazie anche al trampolino di lancio del suo sindacato locale ed alle sue numerose e corrette amicizie romane, potrebbe davvero fare il salto di qualità ed entrare nel gotha nazionale del PD. Ora la scena è tutta sua e gli altri dovranno rincorrerlo. Del resto le condizioni ci sono tutte e l’intesa Renzi-Letta ipotizzata dai giornali è cosa che può trovare il suo trampolino di lancio proprio nel salernitano (non dimenticate la linea di fuoco Andria, Vaccaro, Pica, Valiante, Alfieri, Russomando, Annunziata, Capozzolo, Saggese, ecc. pronta a conquistare la segreteria provinciale del PD ed a ritrovarsi alleata contro il nemico politico comune De Luca) iniziando, perché no, proprio da Sassano. Di tutto questo che ho scritto due fatti sono assolutamente certi: De Luca cadrà rovinosamente dopo l’esperienza ministeriale e Pellegrino si avvia concretamente ad essere almeno uno dei leader del partito. La strada è comunque lunga e insidiosa, in politica l’agguato è sempre dietro l’angolo ma l’intelligenza di Tommaso è superiore alla media. A proposito !! ma il PD nazionale passerà per Sassano ? Beh !! non credo, anche se tutto è possibile e in politica le cose impossibili diventano possibili. Le prossime settimane, comunque, ci diranno probabilmente la verità.
direttore: Aldo Bianchini