L’ennesimo attentato ha colpito i sobborghi sciiti di Beirut, roccaforte del partito di Dio guidato da Hassan Nasrallah,sostenitore del regime siriano di Assad, nel tardo pomeriggio di giovedì 15 agosto, causando la morte a 22 persone e ferendone circa 325, secondo dati diffusi dalla Croce Rossa. L’autobomba è esplosa nei pressi dell’incrocio di Ruwais, un quartiere commerciale densamente popolato, dove il movimento sciita tiene molti dei suoi raduni. Nonostante la notizia non sia stata accertata, l’attentato è stato rivendicato da un gruppo sunnita dal nome “Brigate di Aisha Oum Al Mou’mine”(nome della moglie favorita del Profeta Maometto) , che – secondo quanto reso noto- sembrerebbe aver minacciato nuovi attacchi al Partito di Dio per il suo appoggio alle milizie di Bashar Al Assad in Siria. A quanto pare tre uomini a volto coperto hanno rivendicato l’esplosione tramite un video su internet. Non molto tempo fa il leader del movimento sciita libanese ha esplicitamente ammesso la presenza di sue milizie sul terreno di guerra in Siria che combattono i ribelli accanto alle milizie lealiste. La forte esplosione ha fatto ritornare il terrore nella capitale libanese che da qualche tempo è presa di mira da presunti gruppi siriani che minacciano Hezbollah. Ci sono volute ore e ore affinché pompieri e soccorritori potessero far evacuare persone intrappolate in palazzi in fiamme. Il precedente attentato si era verificato il 9 luglio scorso, ma quello di giovedì è stato senza dubbio il più feroce degli ultimi anni. Dopo l’esplosione, il presidente della Repubblica, Michel Suleiman, ha commentato: “Questo atto criminale è da ricondursi al terrorismo e ad Israele che mirano a destabilizzare il Libano”. Invece, Nasrallah non dà segni di voler ritirare i suoi uomini dai campi di guerra siriani, anzi ha apertamente annunciato di continuare a fornire il suo supporto al regime di Assad, denunciando, però, gli attentati in Libano.
direttore: Aldo Bianchini