UN 2013 SENZA INCENDI ESTIVI, GRAZIE AL MONITORAGGIO INFORMATICO

Michele D’Alessio

VALLO di DIANO – Con l’arrivo dell’estate, il primo dei grandi pericoli che ogni anno corre il nostro territorio è quello degli incendi, è il Vallo di Diano non sfugge a questo grande pericolo, visto che negli ultimi anni decine e decine di ettari di aree boscate e di macchia mediterranea sono andati in fiamme. La maggior parte, anzi quasi la totalità degli incendi sono di origine dolosa, rari quelli per autocombustione. L’azione di prevenzione e di spegnimento riesce a limitare solo parzialmente i danni di questi incendi, che ormai sono diventati il funesto rituale delle nostre estati che costituiscono un autentico disastro per l’equilibrio ecologico del territorio, oltre a un ingentissimo danno economico. Stando ai dati e alle informazioni degli Enti montani, fortunosamente, fino ad oggi, nel Vallo di diano, ma anche nelle zone limitrofe (ci riferiamo ad una superficie di oltre 500 Km quadrati) non si registrano incendi devastanti. Grazie ad un efficace piano Antincendio comunitario e la dotazione di strumenti innovativi di monitoraggio, come ci conferma il presidente della Comunità Montana Vallo di Diano  l’arch. Raffaele Accetta  “La comunità si è dotata di un piano di monitoraggio informatico, per combattere e prevenire in maniera efficace il triste fenomeno degli incendi boschivi, quasi sempre di natura dolosa, che ogni anno durante il periodo estivo è costretta a impegnare decine di uomini e mezzi. L’ente ha attivato un sistema di monitoraggio e previsione degli incendi. La Regione Campania ha infatti approvato e finanziato il progetto per l’installazione di impianti e strumentazione tecnica informatica per il monitoraggio degli incendi boschivi e degli ecosistemi forestali, concedendo anche un contributo economico pari a 249mila euro. L’impianto informativo è un sistema integrato per la previsione, l’identificazione ed il monitoraggio in tempo reale di incendi boschivi che grazie ad un pool previsionale, è in grado di valutare un indice di rischio di incendio sul territorio analizzato, con intervalli di previsione da 3 a 72 ore. La struttura innovativa informatica è costituita da una serie di postazioni remote connesse ad un server centrale ed è in grado di gestire automaticamente la rilevazione dell’incendio e dare informazioni per la pianificazione dell’intervento di spegnimento. Si tratta di un sistema – conclude l’arch. Raffaele Accetta – all’avanguardia che permette di poter gestire le emergenze legate agli incendi boschivi in maniera mirata evitando così dispendi inutili di uomini e di energie”. Va detto che, il merito va anche agli uomini del Corpo Forestale dello Stato, i vigili del fuoco, alla protezione civile e ai sindaci che per scongiurare il rischio incendi sul territorio comunale, emetto ordinanza sempre più rigide e severe, attraverso la quale impongono, tra le altre cose, ai proprietari degli appezzamenti di terreni, ai responsabili dei cantieri edili ed ai cittadini in transito nelle strade comunali di non gettare dai veicoli o abbandonare sul terreno fiammiferi, sigarette e qualsiasi altro tipo di materiale acceso e/o incandescente, nel periodo dal 15 giugno al 15 ottobre, inoltre vietano, in prossimità di boschi e nei terreni cespugliosi, ricadenti nel territorio comunale, di accendere fuochi, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli e lasciare ammucchiati i rifiuti, residui erbacei, dar fuoco alle stoppie ed agli arbusti non estirpati o insistenti. Nelle aie, invece, durante i lavori in agricoltura, i singoli cumuli di frumento devono essere distanziati tra loro non meno di 6metri e il rifornimento di combustibile a trebbiatrici, trattori etc deve essere effettuato a motore spento. I proprietari, possessori e conduttori di fondi lungo le strade ricadenti nel territorio comunale, inoltre, hanno l’obbligo di tenere i terreni, almeno per una fascia di 20 metri dalla scarpata e/o banchina, sgombri di covoni, cereali, erbe, ramaglie, foglie secche o altro materiale combustibile. L’inosservanza dei suddetti divieti, prevede le sanzione amministrativa, da un minimo di €1.032,91 ad un massimo di €10.392,14, anche solo quando c’è semplice rischio di incendio, specie nelle aree e nei periodi più sensibili. Anche chi brucia stoppie nelle aree protette senza le dovute precauzioni subisce pena pecuniaria. In più il codice penale punisce l’incendio doloso con la reclusione da 4 a 10 anni e colposo da 1 a 5 anni. Le pene aumentano se l’incendio colpisce aree protette e raddoppiano se danneggia gravemente l’ambiente.

 

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