SANITA’: la delusione di Olga !!

Aldo Bianchini

SALERNO – <<Sono le 2 di notte e sono troppo stanca per scrivere qualunque cosa riguardo alla giornata allucinante che ho vissuto. Mio padre, molto malato, medico per 50 anni, un medico vero, un uomo buono e di grande rettitudine morale … durante la notte scorsa ha subito dei soprusi e dei maltrattamenti inauditi presso l’Ospedale S. Leonardo di Salerno. Dopo aver firmato per portarlo via da quell’inferno ho chiamato l’ambulanza e siamo tornati a casa. Poi sono stata in questura per sporgere denuncia contro certi criminali che si fregiano della qualifica di operatori sanitari, infermieri e via dicendo, mentre potrebbero essere paragonati tranquillamente ai nazisti che lavoravano presso i campi di concentramento durante la guerra. Sarà pubblicato qui ed altrove il verbale della denuncia con la descrizione precisa di quanto è accaduto. Scrivo queste cose e non mi fermerò di fronte a niente innanzitutto perchè la vittima è mio padre … la sua dignità, la sua umanità … la sua età, la sua malattia. In secondo luogo scrivo e rabbiosamente reagisco perchè ognuno di noi potrebbe essere vittima di una indegna follia. Bisogna avere il coraggio di reagire!!!>>. Nasce così, con queste poche righe postate su FB (Face Book) il caso dell’estate, quello vissuto drammaticamente sulla propria pelle dall’artista salernitana Olga Marciano che, a tutt’oggi, è in attesa di essere ricevuta da una direttrice generale (la Lenzi !!) più in odore di allontanamento che di permanenza nel suo importante ruolo. Nel caso Marciano, un caso di assoluta e palese malasanità, si innesta un altro piccolo particolare e cioè che il malcapitato papà di Olga era un medico che oggi, e da tempo, è in pensione e come tutti i potenziali utenti della sanità pubblica crede e spera nell’efficienza del sistema che egli stesso, con anni di sacrifici e di dedizione, ha contribuito a costruire. Un sistema che fa acqua da tutte le parti e che nel caso del dottor Marciano ha mostrato, forse, i suoi aspetti peggiori con quella protervia del paramedico (non so i medici come si siano comportati !!) che ha inasprito la sua vile azione proprio perché si trovava al cospetto di un rappresentante di una “casta” (quella dei medici) che probabilmente ed intimamente ha sempre odiato. Questa è la drammaticità del problema, una drammaticità che blocca il “sistema sanità pubblica” su motivazioni di preminenza di casta e non sui nodi cruciali che attengono il rapporto medico-infermiere-paziente che è sempre meno umano e sempre più corrotto dalle potenzialità economiche individuali a disdoro della collettività. Mi meraviglio che Olga Marciano si meravigli e mi chiedo cosa mai si aspettava da una sanità pubblica ridotta ormai al lumicino e avvitata su se stessa in uno scontro epocale e intestino di un  sistema che costringe i due pilastri principali a convivere in maniera opposta e stridente, consentendo al medico guadagni favolosi (in forza della vergognosa contrattazione ALPI) per un minimo di lavoro professionale e ad un infermiere una paga appena appena sufficiente per sbarcare il lunario, con l’ingrato compito di pulire anche il sedere dei pazienti. Il sistema, quindi, è marcio fin dentro le sue radici e dal marcio non nascono mai rose e fiori se non in casi eccezionali che, comunque, esistono e che la stampa purtroppo molto spesso ignora. Mi schiero, ovviamente, dalla parte di Olga Marciano che conosco da tempo  e stimo per la sua generosa professionalità; alla stessa per confortarla potrei anche raccontare cosa è accaduto a me personalmente la notte in cui, nel marzo del 2004 (non sto parlando di preistoria), morì mia madre in quello stesso ospedale. Non lo faccio perché credo di poter ferire l’abnegazione e la professionalità con cui tanti infermieri e tanti medici si dedicano anche semplicemente ad umanizzare il loro rapporto con i pazienti. Mi aspetto da Elvira Lenzi un bagno di umiltà (so che ne è capace !!) ed un atto di trasparenza; fissi un appuntamento alla Marciano, non perché è un’artista nota in Città ed oltre, ma per capire e spiegare e per andare insieme alla ricerca di un piccolo salto di qualità al di là della probabile e forse anche giusta punizione dell’infermiere infedele. Le punizioni non hanno mai risolto i problemi, forse li hanno esacerbati; la discussione e il confronto hanno, invece, garantito sempre crescita e professionalità. In chiusura il pensiero va ai tanti pazienti che non hanno avuto la possibilità di parlare e, soprattutto, non hanno avuto familiari coraggiosi come Olga Marciano, ed hanno subito sempre e comunque.

One thought on “SANITA’: la delusione di Olga !!

  1. Anche se i toni possono sembrare forti,esprimo la mia solidarietá alla signora ed l suo Papà.Ho fatto analoga esperienza un mese fa….Non importano le mille giustificazioni,a noi serve un Pronto Soccorso efficiente.

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