Mercoledì prossimo, dopodomani, conosceremo, dunque, il nuovo Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Salerno.
Annibale Elia o Aurelio Tommasetti? I pronostici propenderebbero per quest’ultimo. Ma Elia è un osso duro e non sono da escludersi accordi sottobanco dell’ultima ora. Da una parte e dall’altra, ovviamente.
Non crediamo alla cabala, ma sembra proprio che il successore del Rettore uscente Raimondo Pasquino schizzerà dall’uovo elettorale il 17 prossimo, numero per nulla amato da Totò.
Pare, infatti, che l’evento tanto atteso sia stato funestato, pressoché in concomitanza, da un delicatissimo ricorso al TAR-Campania depositato solo pochi giorni fa e, cioè, giovedì 11 luglio scorso.
L’inatteso ‘guastafeste’ sarebbe l’ex-Direttore Generale dell’Università di Salerno, Giuseppe Paduano, trombato proprio da Pasquino.
Fumata bianca al cianuro, quindi, questa successione al Rettore uscente dell’ateneo salernitano, spruzzato, a quanto pare, dal siluro di chi, solo pochissimo tempo fa, è stato a sua volta silurato ingiustamente. A dire del ricorrente, almeno.
Ricostruiamo i fatti con distacco e serenità.
Cosa dice la legge in proposito di nomina del Direttore Generale in sostituzione della vecchia figura del Direttore Amministrativo?
La legge 240 del 30 dicembre 2010, meglio nota come Legge-Gelmini, all’articolo 2 – Organi e articolazione interna delle università, lettera n), stabilisce, tra l’altro, la “sostituzione della figura del direttore amministrativo con quella di direttore generale”.
In virtù di ciò, la nuova figura deve essere scelta tra “personalità di elevata qualificazione professionale e comprovata esperienza pluriennale con funzioni dirigenziali; conferimento da parte del consiglio di amministrazione, su proposta del rettore, sentito il parere del senato accademico, … “ (eccetera).
Orbene, nella seduta del Senato Accademico del 26 marzo scorso convocata per esprimere il prescritto parere, sei ‘senatori’ sui ventotto presenti (i professori Pellecchia, Perna, Vinci, Foscari, Vaccaro e Barletta) approvano la mozione del primo di loro circa l’opportunità di rinviare la decisione attesa la imminente elezione del nuovo Rettore, ponendo, tra l’altro, una questione pregiudiziale “ai sensi dell’art 106 comma 8 del Regolamento Generale”, articolo che riguarda la verbalizzazione.
La invocazione del principio di opportunità di rinvio della importantissima decisione è ovvia ed elementare. Il nuovo Rettore resterà in carica sei anni. Perché non lasciare a lui la scelta del suo più importante uomo di fiducia? Cosa se ne deve fare Pasquino di un uomo di fiducia per pochissimi mesi soltanto?
Una pessima caduta di stile la sua, perché priva di quel rispetto formale e sostanziale che avrebbe dovuto avere nei confronti del proprio successore. Ma stile e rispetto non fanno la legge e, da questo punto di vista, ognuno è libero di imporre le proprie eleganze comportamentali.
“Il potere acceca chi non ce l’ha!” . La buonanima ci consentirà questa piccola variazione linguistica!
Ma resta il problema di sostanza. Al Senato Accademico è stata data o no la possibilità di verificare le effettive competenze e i titoli della terna proposta dal Rettore Pasquino nelle persone dei candidati Attilio Bianchi, Giuseppe Paduano e Giuseppe Telesio ?
Ci siamo presi la briga di consultare quel Regolamento Generale. Ebbene, i punti di quell’articolo sono sette e non otto e nessuno tra loro esprime dei veri e propri commi. Tranne il punto n. 1 costituito da otto lettere (a, b, c, d, e, f, g, h).
Se questo è il comma cui si riferisce il verbalizzante, il medesimo recita, tra l’altro che “Per ogni adunanza deve essere redatto apposito verbale che deve indicare (…): h) la firma del presidente e del segretario su ogni pagina, compresi gli allegati che fanno parte integrante del verbale.”
Subito dopo si entra nel vero problema di quella nomina e che, con ogni probabilità, ha determinato il ricorso al TAR dell’ex direttore Giuseppe Paduano. Cioè, nel problema del “merito della nomina”, nel corso della quale viene fatta rilevare “da alcuni (componenti del Senato Accademico, N.d.A.) l’assenza dei CV dei tre candidati e la diversità di ruolo e compiti nell’amministrazione di un ospedale e di un’università.” (leggi CURRICULA VITAE, i veri ed unici elementi per potere giudicare con la dovuta competenza ed obiettività chi proporre al delicatissimo incarico).
La mancata messa a disposizione dei ‘giudicanti’ di quei curricula dei candidati rappresenta un fatto in sé gravissimo, che viola la trasparenza degli atti e il diritto-dovere dei ‘senatori’ dell’Università di Salerno di valutare con serietà e consapevolezza una nomina così fondamentale quale è quella di Direttore Generale dell’Ateneo.
Se anche uno soltanto dei componenti del Senato Accademico ne avesse fatto richiesta, come si deduce dalla verbalizzazione degli interventi, è lapalissiano che il Presidente di quell’organo, il buon Pasquino, avrebbe dovuto adempiere ad un atto dovuto, oltre che di elementare democrazia. A tutela dell’immagine sua personale e dell’intero consesso. E, soprattutto, della legittimità piena ed assoluta degli atti concorsuali.
E’ stupefacente come un uomo che vive da sempre di gestione di potere amministrativo non abbia pensato di mettere a disposizione del senato quella fondamentale documentazione al momento della specifica richiesta nel corso della seduta.
Nascono da qui, con ogni probabilità, le vere ragioni del ricorso al TAR?
Sembrerebbe, infatti, che sia stato contesta dall’interessato anche il mancato possesso da parte degli altri due candidati, Attilio Bianchi e Gaetano Telesio, dei pieni requisiti previsti dal bando.
Ad esempio, sembra che all’attuale vincitore Attilio Bianchi possa o sia stata contestata una esperienza esterna eccessivamente valutata, peraltro non amministrativa e tanto meno di tipo accademico, essendosi occupato in passato di una azienda sanitaria e non universitaria. Inoltre, premesso che l’esperienza amministrativa richiesta ufficialmente dal bando sarebbe di almeno cinque anni e non tre, come nel caso dell’altro candidato Giuseppe Telesio, Direttore amministrativo dell’Università del Sannio, a questo punto l’unico candidato eleggible nella terna scelta da Pasquino sarebbe dovuto essere proprio l’attuale ricorrente Giuseppe Paduano.
Se il TAR dovesse accogliere, come possibile, queste e/o altre ragioni eventualmente rappresentate nel suo ricorso, salterebbe il neo DG dell’Università di Salerno Attilio Bianchi, voluto da Raimondo Pasquino, con negativi ritorni su quest’ultimo, neo Commissario del CSTP di Salerno.
La cosa che stupisce è come mai lo stesso candidato e probabile successore di Pasquino, Aurelio Tommasetti, presente in quella riunione di Senato Accademico e già aspirante Rettore, non abbia contestato la indisponibilità dei curricula dei candidati, inchinandosi alla volontà altrui.
Un atteggiamento accondiscendente non è un buon auspicio per chi, con ogni probabilità, si avvia a reggere le sorti di un ateneo così importante. Valga da lezione per il prof. Tommasetti, visto che dovrà farsi le ossa nell’immediato futuro.
Ci sorge il dubbio che in certi organismi dello Stato prevalga molto spesso la creatività di questo o di quel personaggio di potere, capace di tenere in bambola tutti gli altri, pur di portare acqua sempre ed esclusivamente al proprio mulino.
Corre voce che, sempre nella famosa seduta che portò alla nomina dell’attuale direttore generale Attilio Bianchi, allo scopo di dare forza alle proprie tesi, qualcuno abbia sostenuto che l’orientamento della legge-Gelmini 240/2010 privilegi la nomina del direttore generale con esperienze esterne. Cosa contestata, a quanto pare, dal prof. Pellecchia, secondo il quale di tutto questo il Senato Accademico non avrebbe mai discusso. Se fosse vero, si tratterebbe di un presupposto macroscopicamente sbagliato rispetto a quella legge e, quindi, falso; e cosa ancora più grave, un riferimento di comodo che avrebbe certamente contribuito ad indurre in errore la maggioranza del Senato Accademico.
Fatte salve le eventuali testimonianze contrarie dei diretti interessati presenti a quella riunione, ci rifiutiamo di credere che il Rettore dell’Università degli Studi di Salerno, prof. Raimondo Pasquino, possa avere preso fischi per fiaschi, inducendo, sia pure involontariamente, in errore i propri colleghi ‘senatori’.
Non resta che attendere le decisioni del TAR nella persona del giudice incaricato.
Non si esclude una decisione clamorosa, una sorta di restituzione degli atti all’Università per rideliberare sui tre candidati, ma alla luce dei titoli effettivi da loro posseduti.
Cosa farà il nuovo Rettore in una simile circostanza? Ribadirà per principio la nomina di Bianchi o deciderà con auspicata obiettività e disinteresse di parrocchia o di cordata? O, peggio, di appartenenza a quei sette poteri oscuri, opportunamente suddivisi, dai quali è dominata la nostra città e l’intera provincia?
Elia o Tommasetti avranno il coraggio e la determinazione necessari per riportare un po’ di sereno equilibrio nella gestione della cosa pubblica, facendo autocritica in virtù del buonsenso?
O si lasceranno guidare ancora una volta per mano, rinunciando alla propria autonomia di pensiero e di potere decisionale?
Sarà certamente questo il loro primo, vero banco di prova.
Capiremo da questo se si saranno liberati davvero dalla vecchie sirene del passato, dai boss di certa accademia divorati dalla poltrona, qualunque essa sia. Da qui capiremo se Elia o Tommasetti (vinca il migliore !!) saranno davvero uomini liberi e indipendenti da lacci e lacciuoli. E, quindi, un vero Rettore!
Quanto al Rettore uscente Raimondo Pasquino, un eventuale accoglimento del ricorso del suo ex-uomo di fiducia da parte dell’Autorità Amministrativa campana (T.A.R.) suonerebbe come una autentica bocciatura, un pessimo viatico per la sua nuova funzione di Commissario proposto alla guida del CSTP, trasporto pubblico salernitano.