SALERNO – Era nell’aria che il mio precedente articolo (Cemento/13 – le ditte di Piazza Cavour) desse la stura ad alcune precisazioni importanti soprattutto da parte di una di quelle imprese (la Leonardo Costruzioni srl, la Casa Manzo A3 srl, la Macor srl, la Sette Marzo srl) che avevo citato soltanto come ragione sociale senza addentrarmi prudentemente nei meandri dei nomi e dei cognomi. Il responsabile di una di questa imprese, con molto garbo e nell’ottica del rispetto dei ruoli, mi ha praticamente spiegato che la sua impresa con Piazza Cavour non c’entra affatto, almeno da qualche tempo non c’entra più. Fatta questa doverosa precisazione passo al commento di due notizie apparse sulla stampa in queste ultime settimane: la direttiva antimafia per una ditta di Caserta che ha fatto lavori per il Comune, l’irruzione pubblica di Pietro Andreozzi (presidente della U.C.S. –Unione Costruttori Salernitani- ed anche della sezione salernitana dell’ANIEM di recente istituzione) che tracimando dal suo abituale “aplomb britannico” ha duramente attaccato il Soprintendente Gennaro Miccio anche se non lo ha mai nominato direttamente. Ma andiamo con ordine. Il Comune di Salerno ha portato a termine i lavori previsti dal primo stralcio del PEBA (Piano Eliminazione Barriere Architettoniche), i lavori sono già stati eseguiti da una ditta di Caserta e consegnati al Comune. Con una precisione e velocità, quasi da orologio svizzero, a lavori ultimati è arrivata in Comune una “interdittiva antimafia” da parte della Prefettura di Caserta a carico di quella ditta che si è visto bloccare il mandato di pagamento di circa 600mila euro. Questo, in sintesi, il fatto che definirei fattaccio per il ritardo esasperato con cui la Prefettura di Caserta ha comunicato al Comune di Salerno i dubbi sull’integrità legale della ditta. Certo, è vero anche che la ditta potrebbe essere incappata in qualche indagine antimafia dopo che aveva vinto l’appalto a Salerno e dopo che aveva concluso i lavori, ma la cosa mi sembra sinceramente un po’ forzata. Molte di queste ditte del casertano sono sotto indagini da sempre e, quindi, sarebbe opportuno un filtro anticipato per evitare sconquassi finali. Dall’altro lato è uscito allo scoperto Pietro Andreozzi il quale, dopo la scissione dall’Ance per l’assoluta incompatibilità ambientale e caratteriale con Antonio Lombardi, ha prima fondato l’UCS e poi si è preso la briga di portare a Salerno anche una sezione dell’ANIEM (Associazione Nazionale Imprese Edili Meridionali). E’ uscito allo scoperto, a mio avviso, in maniera assolutamente sbagliata perché attacca un personaggio, Gennaro Miccio -soprintendente di Salerno- accusandolo indirettamente di scarso senso di responsabilità perché a causa dei dinieghi della Soprintendenza molti progetti di lavori pubblici sono fermi al palo. Fate attenzione, qui parliamo di un solo diniego, ma anche così (rispetto al precedente soprintendente che fece scadere i termini senza pronunciarsi su Piazza della Libertà – Crescent) andrebbe bene, almeno Miccio ha trovato, anche se con grave ritardo, la forza di opporsi alle mire megalattiche del Comune di Salerno (d’ora in poi anche io parlerò del Comune sempre impersonalmente; un po’ come fanno i tanti indagati ed i magistrati che li interrogano !!) in fatto di urbanistica ed a bocciare il progetto di Piazza Cavour. Di questo, difatti, si tratta e proprio qui casca l’asino, come si dice in gergo, perché per Piazza Cavour sono interessate, guarda caso, alcune imprese che fanno capo all’UCS presieduta dallo stesso Andreozzi. Quindi assolutamente sbagliato, nei modi e nei tempi, l’attacco nei confronti di Miccio che invito ad avere molto più coraggio ed a sbilanciarsi di più sui vari appalti, tanto il suo ruolo glielo consente. Al suo posto piazzerei come responsabile dei progetti pubblici a Salerno l’indomabile architetta Eleonora Scirè, soltanto così potrebbe essere arginata la devastante colata di cemento. Colata che del resto ha riconosciuto di recente lo stesso Soprintendente come un fatto evidentemente dannoso per le future generazioni. Insomma una situazione davvero inquietante quella dei lavori pubblici a Salerno; sembra che i lavori o sono appannaggio delle ditte in odore di mafia o sono appannaggio di consolidate consorterie di potere politico-imprenditoriale-economico. E in Procura ? Una cosa è certa, i fascicoli aumentano ma le decisioni non arrivano, se non dopo l’incalzare pressante dei “grillini”. Grazie a loro, difatti, e soltanto a loro che finalmente la Procura si è scossa ed ha incominciato a rifilare i primi avvisi di garanzia o le prime convocazioni (fonte Il Mattino) per il sindaco De Luca, per l’ex capo dell’ufficio tecnico Lorenzo Criscuolo e il dirigente del servizio trasformazioni urbanistiche Matteo Basile (primi due indagati per falsità ideologica e abuso di ufficio, il terzo solo per abuso d’ufficio; il primo sarebbe stato addirittura istigatore del secondo nella strategia amministrativa del progetto). In ballo proprio la questione del vergognoso silenzio-assenso con cui il precedente soprintendente Giuseppe Zampino fece passare il progetto Crescent. Nel frattempo è arrivata il diciassettesimo esposto da parte di Italia Nostra e No Crescente con richiesta di fermare il cantiere. Tra gli indagati non risulta esserci proprio Giuseppe Zampino che per ragioni del suo ufficio dovrebbe essere il vero responsabile del silenzio-assenso. Ma ora Vincenzo De Luca è viceministro alle “infrastrutture e trasporti”. Riuscirà a disciplinare il variegato e intricato mondo dei lavori pubblici a Salerno ? Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini