SALERNO – “”Caro Paolo, da questo momento non rappresenti più il mio movimento. F.to: Matteo Renzi””, questo in estrema sintesi potrebbe essere stato il contenuto della lettera che il leader nazionale dei cosiddetti “rottamatori” avrebbe spedito, detto fatto, al sindaco di Giffoni Valle Piana Paolo Russomando, nipote d’arte. Il condizionale, ovviamente, è assolutamente d’obbligo in questi difficili momenti post-elettorali e, soprattutto, dopo la grande debacle del segretario nazionale del PD Pierluigi Bersani. La notizia, però, c’è tutta e circola anche negli ambienti bene informati della città. Il destinatario della missiva, chiaramente, smentisce e nega anche la semplice esistenza della lettera; proprio in queste ore sembra che lo stesso Renzi abbia rassicurato il sindaco di Giffoni V.P., nipote di Ugo Carpinelli molto vicino a Vincenzo De Luca, che da tempo è ormai schierato contro l’apparato del partito e, quindi, contro il sindaco di Salerno che tuttora è l’indiscusso “padrone politico” del Partito Democratico della provincia di Salerno. Ma allora perchè circola in tutta Salerno la notizia della lettera che Renzi avrebbe scritto a Russomando. La spiegazione potrebbe essere ricercata, con un po’ di fantasia, nel mutato atteggiamento di De Luca e della segreteria provinciale PD nei confronti del rinnovamento e di Matteo Renzi da quando le fortune del segretario nazionale Bersani sono pesantemente calate verso il basso. Più di qualcuno sussurra che l’entourage di De Luca, se non proprio lo stesso sindaco di Salerno, stia sollecitando una sorta di riavvicinamento tra i due leader (Renzi e De Luca) dopo la pesante e apparentemente insanabile frattura pre-elettorale, quando De Luca d’improvviso lasciò nelle secche il rottamatore per approdare decisamente verso la sponda di Bersani che sembrava dovesse fare un solo boccone-elettorale di tutti i partiti, con tutte le promesse che lo stesso Bersani fece in quella occasione. Molti si sono soffermati sulla possibilità che Pierluigi offriva a Vincenzo di ricoprire un ruolo ministeriale subito dopo l’annunciata e roboante vittoria. L’obiettivo di De Luca, però, probabilmente non era questo, o meglio non era soltanto questo, ed io all’epoca scrissi che molto più verosimilmente De Luca voleva da Bersani una sorta di “totale copertura politica” dall’uomo che in quel momento si avviava a dominare, per anni, il Paese ed a dirigere dalla sua stanza dei bottoni non solo il Governo nazionale ma anche tutte le altre istituzioni costituzionali, dalla presidenza della Repubblica al Consiglio Superiore della Magistratura. Il ragionamento è un po’ complicato ma con il tempo spero di poterlo svolgere in maniera semplice e chiarificatrice. A molti, dopo la venuta di Bersani a Salerno, era sfuggita la frase più impegnativa pronunciata dal segretario nazionale quando disse <<Chi tocca de Luca, tocca me !!>>. Una promessa, un avvertimento o un messaggio trasversale, e per chi e cosa ? Dopo queste premesse sembra sinceramente difficile un nuovo capovolgimento della posizione del leader salernitano che abbandonerebbe nuovamente le “anime morte” del partito per ritornare sull’accogliente riva di Renzi che, ovviamente, tra un personaggio del pesante calibro di De Luca ed un giovane rottamatore sceglierebbe certamente il primo. Per il momento è preferibile fermarsi qui; gli avvenimenti delle prossime ore o dei prossimi giorni ci diranno molto di più, e non solo sotto il profilo squisitamente politico.
direttore: Aldo Bianchini