Antonio Citera
ROMA – Continua la saga di un processo che ha tenuto col fiato sospeso milioni di persone. Chi è il colpevole di un beffardo omicidio consumato probabilmente per un assurdo gioco. Lo sapremo forse tra qualche anno a conclusione dell’ennesimo processo. La Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di appello del processo sull’omicidio di Meredith Kercher, cancellando di fatto l’assoluzione dei due ex-fidanzati. Amanda Knox e Raffaele Sollecito dovranno tornare in tribunale e convincere di nuovo i Giudici e l’opinione pubblica da sempre scettica di una presunta innocenza. Intanto la speranza di tutti e che si faccia luce su un delitto che ha spezzato la vita di una giovane ragazza nel fiore degli anni. Rewind dunque. Questo il verdetto della Corte di Cassazione ha annullato l’assoluzione arrivata in secondo grado per Amanda Knox e Raffaele Sollecito e ha accolto il ricorso del procuratore generale che nella sua requisitoria aveva criticato con forza le decisioni dei giudici di appello spiegando che nel processo “il giudice di merito aveva smarrito la bussola”. Il nuovo processo di appello si svolgerà davanti alla corte di Firenze. La Corte di Cassazione ha anche respinto il ricorso di Amanda Knox contro la condanna a tre anni di reclusione per calunnia nei confronti di Patrick Lumumba, da lei accusato del delitto di Meredith Kercher . La condanna diventa così definitiva. La Knox ha già interamente scontato la pena . L’assoluzione della Corte d’assise d’appello di Perugia era arrivata il 3 ottobre 2011: i due giovani erano stati assolti per non aver commesso il fatto, dopo che in primo grado avevano subito una pesante condanna (26 anni di reclusione per Amanda, 25 per Sollecito). I due erano accusati dell’omicidio di Meredith Kercher, consumatosi nella notte tra il primo e il 2 novembre 2007. Al telefono da Seattle con il suo avvocato, Amanda si è sfogata: “Continuano a non credermi”.
IL COMMENTO DI AMANDA – “Sono delusa”. queste le prime parole della Knox che dopo aver parlato con il suo legale ha rilasciato un commento al Seattle Times definendo ”completamente infondata e ingiusta” la teoria dei procuratori di Perugia. “Non importa ciò che accadrà: io e la mia famiglia continueremo la nostra battaglia legale, fiduciosi nella verità contro accuse errate”.
LA REAZIONE DI RAFFAELE – ”Pensavo si potesse mettere la parola fine a questa vicenda”: sono state queste invece le parole di Raffaele Sollecito, che parlando con uno dei suoi difensori, l’avvocato Luca Mauri, ha spiegato “Sono deluso. Ma io sono innocente e posso continuare ad andare avanti a testa alta”.