Aldo Bianchini
SALERNO – Con il suo “buonasera” ha aperto un’altra fase storica della Chiesa. Quasi scusandosi per essere lì ha colpito tutti per la sua immensa semplicità e cordialità. Ha spiazzato tutti, anche i giornalisti e i vaticanisti più accreditati che nelle ultime settimane avevano stilato un possibile elenco di candidati. Non l’avevano neppure inserito tra gli outsider per una ragione precisa: era stato il competitore di Ratzinger nel conclave del 2005, aveva perso ed era scomparso al Mondo, proprio come ha promesso di fare lo stesso Benedetto XVI dopo il passo indietro. Jorge Mario Bergoglio questo il suo nome, povero di nascita, gesuita di professione, Papa per caso, o forse no. Insomma comunque sia con Papa Francesco la Chiesa dimostra ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, di essere capace di uscire dai momenti drammatici della sua esistenza con scelte assolutamente ferme ed innovative. La corsa verso il “soglio di Pietro” l’ha vinta un monaco e con lui hanno vinto i gesuiti. Bene così, la Chiesa è salva, almeno per ora. I gesuiti sono inflessibili, aperti, rigorosi e studiosi; insomma proprio quello che ci voleva per rilanciare l’immagine abbastanza offuscata della Chiesa Romana. Papa Francesco dovrà ora avere il coraggio ed anche la forza di fare piazza pulita nella Curia dove negli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II era accaduto di tutto e di più e che neppure benedetto XVI era stato in grado di porre rimedio. C’è uno strano passaggio di consegne tra Ratzinger e Bergoglio, un passaggio che lascia pensare a probabili accordi studiati a tavolino per la salvezza della Chiesa che, come ha detto Francesco, <<deve uscire in strada tra la gente>>. Non è affatto escluso, fra qualche settimana, poter vedere per strada il Papa Francesco abituato com’è nella sua Buenos Aires a girare la città in metropolitana; sarebbe il massimo, una cosa mai accaduta nella storia, davvero una svolta epocale. Viene dal continente più cattolico della Terra, e questo la dice lunga. Ha sbaragliato, in pochi secondi, parecchi schematismi, mandando letteralmente in tilt i suoi assistenti sulla loggia della benedizioni e chiedendo alla gente in Piazza San Pietro di pregare per lui e con lui. Otto anni fa fece subito un passo indietro cedendo lo scettro allo studioso per eccellenza e teutonico Ratzinger, ora probabilmente farà fare a tutta la Chiesa qualche passo in avanti, e se ne sentiva veramente il bisogno. C’è da dire che Ratzinger gli aveva aperto la strada maestra a suon di martellate, ora lui la deve asfaltare per farne un’autostrada a più corsie. Papa Francesco è nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 ed è il 266° Papa della storia della Chiesa Cattolica. Nato in una famiglia di origine piemontese da Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro, ha studiato dapprima come tecnico chimico, poi in seminario, quindi nel 1958 è entrato a far parte come novizio della Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia. Durante gli anni giovanili ha studiato dapprima come perito chimico, lavorando per qualche anno ed avendo addirittura una fidanzata. Decide poi di entrare in seminario, quindi nel 1958 è entrato a far parte come novizio della Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia. La politica di casa nostra prenda spunto dalla capacità che ha la Chiesa di rinnovarsi e di decidere sempre, comunque e subito. Ma la Chiesa, si sa, ha tempi e metodi molto diversi dalla politica, per fortuna. Storica la sua opposizione alla presidente dell’Argentina, Cristina Fernández de Kirchner, sulla vicenda dei matrimoni omosessuali; gelido il telegramma di congratulazioni da Cristina a Francesco. Scioccante, per alcuni, che un gesuita conservatore sia diventato Papa, ma in tanti già scommettono che sarà il “Papa conservatore dell’avvenire”. Vedremo !!