SALERNO – E’ la tarda mattinata di ieri, giovedì 28 febbraio; verso le ore 12.00 sono in macchina e sto percorrendo il tratto della SS/19 tra il Bivio di Padula e trinità di Sala Consilina. Squilla ripetutamente il telefonino; allungo la mano sinistra verso l’auricolare e schiaccio il pulsante per la risposta: “prontoooo !!”, dico come d’abitudine e aspetto la voce dell’interlocutore di turno. “Gabrié … Gabrié !!” sento arrivare viva e forte la voce dall’altro capo della linea. Non so chi è, non ho il telefonino tra le mani, cerco soltanto di spiegare che non sono “Gabriè” ma non mi dà il tempo di continuare che gracchia a gran voce: “”Gabriè, ma ancora continui a scrivere ste’ stron… sullo sfratto del PD da Via Manzo ….. ma possibile che ti bevi tutte le chiacchiere di Mario e di Alfredo ”. Mi faccio forza e mi sforzo di dire: “Ma con chi sto parlando, io mi chiamo Aldo e non ho ancora scritto niente sul fantomatico sfratto del PD da Via Manzo …. Sono Aldo Bianchini … con chi parlo ?”. Dall’altro capo della linea silenzio assoluto poi una voce diventata suadente: “Aldo, scusami io pensavo di aver composto il numero del cellulare di Gabriele Bojano del Corriere del mezzogiorno … scusami davvero tanto … ma a proposito perché non hai ancora scritto niente … proprio tu, ma che diavolo”. Riconosco finalmente il mio interlocutore, è un amico di vecchia data, un amico di sinistra che da decenni è impegnato con grande abnegazione nel mondo politico nostrano. Prende corpo, ovviamente, una lunga conversazione. Cerco di spiegargli che il collega giornalista non ha fatto altro che il suo dovere in presenza di una notizia documentata con atti scritti e corposa come quella dello “sfratto del PD” che in assoluta anteprima ed esclusiva aveva già annunciato in data 17 gennaio 2013. L’amico al telefono sbotta, proprio non ce la fa e sibila: “Ma che c…. stai dicendo, ma di quale ufficiale giudiziario stai parlando, qui da noi non è venuto nessuno e nessuno verrà, state tranquilli, tu e i tuoi colleghi”. Gli rispondo che semmai queste cose le deve dire al collega interessato, non certamente a me che sono arciconvinto che si tratta di una enorme patacca costruita ad arte su una azione, forse anche legittima, di Mario De Biase ma che non trova radicamento logico; anzi dovrebbe essere lo stesso Mario De Biase, o chi per esso, a fornire le giuste e necessarie spiegazioni sul perché a Salerno è maturata una situazione del genere e se lui stesso, insieme all’attuale deputato Alfredo D’Attorre, ha sempre rispettato le regole e le leggi in materia fiscale e di costituzione delle Cooperative e delle Società per “coprire eventuali contratti simulati”. Aggiungo che per quanto mi riguarda il tutto, oltre ad essere una misera patacca, sembra soltanto una manovra politica (nemmeno organizzata bene !!) costruita soltanto in danno del PD salernitano e più specificamente contro il sindaco De Luca (già ultradecennale segretario del partito) che qualche piccola responsabilità potrebbe anche averla. Strano, gli dico, che nella trappola sia caduto anche Lello Ciccone che avendo fiutato la montatura politica fa anche e comunque l’avvocato, e la sua opera si ferma lì. Accosto con la macchina in una piazzola e chiedo decisamente: “Scusa, ma come andrà a finire ?”. Laconica la risposta: “Ma come vuoi che vada a finire, ormai D’Attorre è deputato e deve pensare al bene del partito non a farlo sfrattare, De Biase continuerà a cercare di smuovere le acque, ma deve stare attento a come lo fa, e la sede del PD da Via Manzo non la sposteranno neppure le cannonate …. Va buono!! Ci vediamo a Salerno e ti spiego a voce alcuni particolari interessanti … Ciao”. Lo saluto anche io mentre rivedo mentalmente la vicenda. Ma davvero qualcuno, mi chiedo, può credere ad una fantasia del genere, cioè che il PD sfratta il PD ? Davvero non ci sono più Santi in Paradiso. Ecco, non volevo ma sono stato costretto anche io a scrivere di una tremenda cavolata, per non dire altro.
direttore: Aldo Bianchini
Bello, un articolo davvero particolare. Ed è vero: pare siano ridotti all’osso i santi in paradiso. Bieffe