Di Corrado Caso (seconda parte)
La Scuola Medica Salernitana realizzò una interazione tra caratteristiche climatiche e stagionali, norme di vita e utilizzo terapeutico degli elementi naturali. Il “Regimen Sanitatis” è la testimonianza della dottrina e del sapere della Scuola. Attraverso le sue pagine la Civitas parla con autorevolezza al Re di Inghilterra e agli ultimi della Terra descrivendo un percorso naturale che individua, nel clima e negli elementi che lo caratterizzano, un valore aggiunto e provvidenziale per la salute dell’uomo. Numerosi, infatti, sono i riferimenti sull’influenza delle stagioni e i consigli sul modo nel quale l’uomo possa interagire con la natura e realizzare “una diversa opportunità” terapeutica. Lo studio e la conoscenza della relazione esistente tra esseri viventi ed elementi del clima sono un interrogativo, in gran parte, irrisolto dalla ricerca scientifica quando si confronta con la complessità “Uomo-Universo”. Un interrogativo che supera, molte volte, il rapporto di causalità per interrogarsi, senza speranza o diritto di svelamento, su un pensiero unico, un big-ben immodificabile nella sostanza, incomprensibile nell’espressione e nella finalità che, attraverso la determinazione dello spazio e del tempo, ha generato una differenziazione apparente: se le singole parti iniziarono da quel momento in poi ad allontanarsi, a nessuna di essa appartenne la proprietà di modificare identità e finalità. Da sempre, la natura regola i ritmi dell’uomo tracciando l’arco naturale del giorno e della notte, l’alternanza delle stagioni. La Scuola Medica Salernitana si è sviluppata tra il IX e il XIX sec. Il 16 febbraio 1861, il “Decreto De Sanctis” ne sancì la fine. La Scuola è stata una provvidenziale interazione di uomini e civiltà. Studiosi che, da terre lontane, approdarono sul litorale di Salerno: l’Ebreo Helinus, il Greco Pontus, l’Arabo Adela e il Latino Salernus. La Civitas Salernitana ha rappresentato una continuità del pensiero medico Greco-romano del quale raccolse le idee fondamentali ampliandole, potenziandole e diffondendole. Forte della sua individualità, integrò la cultura medica ebraica e quella araba quest’ultima ricca di pratiche astrologiche e alchemiche e di una fiorente chirurgia. La Scuola è l’immagine di un fenomeno di autentica globalizzazione ricco di scienza, tecnica e insegnamenti. La posizione geografica di Salerno nel cuore del Mediterraneo, divenne approdo e speranza di guarigione e salute per crociati e pellegrini diretti o di ritorno dalla Terra Santa e fu punto nodale di importanti scambi commerciali con l’Oriente e l’Africa favoriti, anche, dalla prossimità territoriale con la Repubblica di Amalfi, potente città marinara. Gilles de Gorbeil (XII-XIII sec.), medico e poeta, definisce Salerno città sacra ad Apollo assidua nutrice di Minerva, fonte di ogni sapere e trono della medicina. E’ un’ulteriore specializzazione della ricerca scientifica e umanistica che porta a considerare l’uomo, in una relazione scambievole, parte integrante di un patrimonio che ne determina il significato biologico e la risonanza biologico-umorale. “La natura dell’uomo, la quale a sua volta è immagine del superiore ordine del cosmo”. La melotesia planetaria rappresenta, in modo impareggiabile, nella “Astronomia Medicinalis” di Leonardo Qualea2 (seconda metà del XV sec.) l’identità dell’uomo nell’universo: “Il volto e la meraviglia dell’immagine umana è la testa intera, è come il tabernacolo del Sole e della Luna. Il Sole detiene la facoltà di conoscere, la Luna quella del mutamento e dell’impressione sensibile. Da Mercurio poi viene la facoltà intellettiva, dal Sole quella direttiva, ma la facoltà dell’interpretazione risiede nella porzione della Luna lingua, bocca, parola…”. (continua)