Aldo Bianchini
SALERNO – Antonio Mauro Russo, già assessore provinciale e coordinatore provinciale del PdL, da qualche giorno è nella tempesta. Un fatto inevitabile, insomma chi va per questi mari questi pesci prende. Nulla di personale contro Antonio Mauro Russo, per carità, ma io ho delle convinzioni che rispetto ed esterno senza timori: “In politica si può cambiare, almeno e solo per una volta, ma una volta fatta la scelta non è più possibile ritornare sui propri passi”, ne va altrimenti della credibilità personale e politica. Antonio Mauro Russo è entrato ufficialmente nella politica locale, senza mai essere stato eletto dal popolo, soltanto grazie ai buoni uffici dell’allora onorevole e subito dopo ministro Maria Rosaria Carfagna (quella che siamo abituati a vedere in tv da non confondere con la omonima cugina). La Carfagna lo impose contro la volontà di tutti; non capii allora le ragioni di tale imposizione, non le capisco ancora adesso, ma poco importa. Fatto sta che un personaggio assolutamente anonimo venne proiettato sul set principale della commediante politica nostrana. E su quel set Russo ci è rimasto a lungo grazie anche ad un clamoroso “salto della quaglia” quando capì che per la Carfagna non c’era più trippa; transitò alla corte di Edmondo Cirielli e guadagnò subito un assessorato, anche se di poco conto ma comunque un assessorato. Intuì poi che sarebbe stata più comoda la posizione di “coordinatore provinciale del PdL”, si dimise da assessore e Cirielli gli fece avere 12.143 voti per la segreteria (compreso quello della Carfagna che all’epoca sembrava vicina ad un nuovo abbraccio con Cirielli), voti che non erano e non sono i suoi. Fin qui quasi nulla da eccepire, lo fan tutti e, quindi, poteva farlo anche Antonio Mauro Russo. Un cambio di casacca, meglio se dello stesso colore, in corsa non è dannoso né per se né per l’immagine del partito. Un nuovo cambio è devastante. <<Errare umanum est, perseverare autem diabolicum, et tertia non datur>> (Errare è umano, ma perseverare è diabolico, e la terza possibilità non è concessa). Appunto, la terza possibilità non può essere concessa; ed e qui che ha clamorosamente sbagliato Antonio Mauro Russo, ed in questo io non vedo ingratitudine (è cosa troppo complicata per lui !!) ma semplicemente poca avvedutezza. Insomma Russo è uno sprovveduto più che un ingrato; è uno sprovveduto perché non ha mai fatto veramente politica, non si è mai confrontato sul terreno della ricerca affannosa di voto dopo voto, gli elettori li ha sempre guardati dall’alto in basso, ed ha trovato sempre il terreno spianato davanti a lui, prima dalla Carfagna e poi da Cirielli. Quest’ultimo è più furbo della prima ed ha già spalancato le porte per Russo verso l’approdo nei Fratelli d’Italia. La Carfagna è ancora troppo assetata di vendetta per capire che la politica non si fa minacciando il suo ex pupillo a “sgombrare” subito l’ufficio in Via Porta Elina. Lo spettacolo pietoso nel PdL continua, pare di assistere alla carica dei Lanzichenecchi, guerrieri mercenari esperti nel saccheggio; prima le legioni di Cirielli cacciano via le armate della Carfagna, poi le armate della Carfagna che cacciano via le legioni di Cirielli; sempre da Via Porta Elina, s’intende !! mentre già ombre di stabilità sulla sede storica del PdL cominciano ad affacciarsi minacciose. Ha ragione, infine, Russo quando dice che la gratitudine che ancora prova verso la Carfagna non può ridurlo allo stato di servo della stessa; è vero Russo, forse, è stato servo di se stesso e delle poltrone del potere. Ha commesso troppi errori e del suo passaggio nella politica nostrana non rimarrà alcuna traccia.
Sic transit gloria mundi!