Aldo Bianchini
NOCERA INF. – Non intendo esacerbare oltre la polemica sul presunto “set cinematografico” attribuito all’aula in cui si svolge il processo “Linea d’ombra” a carico di Alberico Gambino nell’ambito del cosiddetto “Sistema Pagani”. Bando alle indiscrezioni ed ai luoghi comuni, non vale neanche la pena ricordare a tutti che con i miei occhi ho visto gente che, durante le pause, fumava in aula, ed è quanto dire. Richiamo all’ordine me stesso e rilancio sul tema più concreto della riorganizzazione dell’aula ai fini dello svolgimento della parte finale delle requisitoria dei pubblici ministeri e delle arringhe degli avvocati difensori. Quello che andrò a dire potrà essere senza dubbio opinabile, io credo che un giornalista non deve soltanto puntare il dito per le cose che non vanno ma deve anche e per quanto gli è possibile cercare di suggerire soluzioni seppure non richieste. Parto dall’assunto che il presidente del collegio giudicante, dott.ssa Anna Allegro, può, volendo, disporre a piacimento in materia di organizzazione del luogo dove si svolge il processo. Per esserci stato qualche volta conosco bene la topografia delle aule (sia quella bunker che quella ordinaria) del Tribunale di Nocera Inferiore. Dando per scontato che le ultime udienze si svolgano nell’aula bunker il Presidente può benissimo disporre che tutta la stampa (carta stampata e radiotelevisiva) venga dirottata nello spazio che fino ad ora è stato destinato al pubblico. Così facendo sia i pubblici ministeri che i collegi difensivi avranno più scrivanie disponibili per dispiegare tutti i loro faldoni, si eviterebbe il disagio che entrambi provano a dover dividere anche un pezzo di scrivania con notevoli pregiudizi per la privacy e per la pratica apertura dei voluminosi fascicoli. Non ci sarebbe più il contatto diretto tra giornalisti e addetti ai lavori processuali ed anche gli stessi giornalisti avrebbero notevoli vantaggi di spazio e di sistemazione. Dico questo perché forse ci si è dimenticati che a Nocera Inferiore si sta celebrando uno dei processi più importanti e complicati degli ultimi decenni, un processo che merita senza alcun dubbio una logistica molto diversa da quella attuale ed una vetrina di visibilità che vada oltre il territorio dell’agro nocerino-sarnese. Rimarrebbe il problema di dove alloggiare il pubblico per garantire il diritto alla partecipazione diretta del popolo. Ebbene il pubblico potrebbe essere in un altro settore o in un’altra aula del Tribunale dotando il luogo di un collegamento televisivo con maxi schermo. A quel punto tutti i diritti sarebbero garantiti. I pubblici ministeri si sentirebbero più liberi e sereni; gli avvocati difensori avrebbero più spazi operativi per le loro arringhe che si annunciano lunghe, meticolose e clamorose; il pubblico si sentirebbe molto di più a proprio agio avendo semmai a portata di mano anche il bar con i suoi operatori commerciali; ed infine anche il Collegio Giudicante riceverebbe sicuri benefici dalla nuova disposizione. Del resto il presidente del Collegio Giudicante ha ampia esperienza in materia e dovrebbe ricordare di quando, da giudice a latere, nel famoso processo Fondovalle Calore, per l’ultima udienza del 23 febbraio 1994 che culminava con la lettura delle sentenza da parte del presidente dott. Giovanni Pentagallo, dispose insieme allo stesso presidente la dislocazione in aula degli avvocati difensori, della stampa e del pubblico concedendo l’autorizzazione a TV Oggi (all’epoca da me diretta) di effettuare anche una diretta-registrata della lettura della lunghissima sentenza (oltre trenta imputati) di quello che passerà alla storia come uno dei più grossi ed importanti processi della nostra giurisdizione. In quella occasione fu reso un ottimo servizio alla comunità che ha il diritto di sapere ma anche alla stessa giustizia. Spero che la stessa cosa avvenga anche a Nocera Inferiore, il processo “Linea d’ombra” non è da meno; soprattutto è necessario evitare confusione e incidenti di percorso.