SALERNO – La querelle, quasi da telenovela, tra Paki Memoli e Lello Ciccone evidenzia aspetti quasi parossistici della politica nostrana ed aspetti strani (per non dire inquietanti) sul piano strettamente elettorale. Faccio una doverosa premessa prima di andare avanti. La premessa è diretta soprattutto alla dottoressa Paki Memoli che, molto probabilmente, non mi conosce, non mi legge e non sa che sono un “giornalista rompiscatole” che legge attentamente, elabora e commenta anche i “comunicati stampa” che quasi tutti gli altri pubblicano a tutto sprint nella speranza di arrivare per primi sulla notizia perdendo per strada pezzi importanti ed utili ad un giornalismo senza veline. Mi corre l’obbligo di aggiungere un’altra cosa che è un modo di vedere del tutto personale i fatti della politica e, quindi, non immune da pregiudizi. Per quanto mi riguarda escluderei sempre dalle competizioni elettorali i medici perché evidenziano un clientelismo eccessivo ed anche arrogante, un clientelismo ed un proselitismo che sta nei fatti reali e non nella fantasia giornalistica o giudiziaria; li escluderei addirittura per decreto affinchè il loro impegno professionale non ricada sempre su una platea di bisognosi (nel senso della qualità della vita !!) e facilmente condizionabili. Dato che il voto non dovrebbe mai subire condizionamenti o ricatti di sorta ecco perché l’attività medica, almeno ai miei occhi, si presenta altamente inquinante della regolarità del voto stesso. E non è poco. Ma veniamo al problema ed al perché il comunicato di precisazione (inviato dalla dott.ssa Memoli al giornale online “Dentrosalerno” in data 21.12.2012) mi è apparso subito strano, forse frutto di un moto di rabbia irrazionale senza il supporto di una consulenza specifica ed illuminante. Verba volant, scripta manent !!. Una frase-affermazione più delle altre mi ha allertato, ed è il passaggio in cui la Memoli riferendosi ai voti complessivi raccolti dalla lista “Alleanza per Salerno” testualmente scrive: << Il buon risultato elettorale di ‘Alleanza per Salerno’ è dovuto soprattutto ai 986 voti ricevuti da parte dei circa 3000 pazienti diabetici tenuti in cura dalla dr.ssa MEMOLI e dai loro familiari>>. Come dire che la candidata Memoli ha avuto nella sua disponibilità la possibilità di controllare, uno per uno, da dove e da chi provenivano ben 986 voti che, invece, dovevano essere espressi, come credo lo siano stati, “liberamente e senza condizionamento alcuno” da soggetti ammalati di diabete e, quindi, soggetti a continue ed estenuanti cure ambulatoriali e domiciliari. Una sicurezza così non l’ho mai vista e neppure sentita; ogni volta che entro in una cabina elettorale prima di uscire controllo molte volte la scheda perché penso sempre di avere sbagliato. Sapere che c’è, invece, qualcuno che è in grado di affermare che ben 986 persone, ammalate e bisognose di cure, hanno votato per lui, beh!! questo mi inquieta. Non sono un magistrato e neppure un avvocato, sono semplicemente un giornalista e, dunque, il mio compito finisce qui; spetterà semmai ad altri stabilire la linearità della dichiarazione della consigliera Memoli. Per la cronaca posso soltanto ricordare un fatto realmente accaduto nella primavera del 1992 ad opera di un pool di PM della Procura salernitana (non ricordo con certezza i nomi dei componenti il pool) impegnato nella ricerca dell’allora abominevole reato di “voto di scambio”; ma al di là dei nomi quello che, comunque, conta è il fatto. Ve lo racconto per non correre il rischio di prendere lucciole per lanterne. Nella clinica per malattie mentali “La Quiete” di Capezzano, fu indetta una riunione politica per lanciare le candidature alla Camera dei Deputati della dottoressa Lidia De Sio (allora direttrice sanitaria della clinica) e del dott. Antonio La Gloria (di Vallo della Lucania) nelle liste del Partito Socialista Italiano (PSI); presente alla riunione, con circa duecento dipendenti ed altrettanti ammalati con diritto al voto, anche l’allora ministro per le Aree Urbane on. Carmelo Conte. Qualche mese dopo, esaurite le elezioni ed acclarato il successo di La Gloria e l’insuccesso della De Sio, con la scusa di una eventuale presenza camorristica all’interno della clinica, venne ipotizzata la presenza di Carmine Alfieri (un anno dopo venne arrestato nella piana nolana !!) tra i ricoverati, fu attuato un blitz senza precedenti con l’impiego addirittura di un elicottero. Ovviamente nella clinica furono trovati soltanto manifesti e volantini elettorali del PSI, di La Gloria, della De Sio e di Conte. Tutto il materiale sottoposto a sequestro andò a comporre uno dei tantissimi faldoni cartacei, con tante altre presunte prove, del famigerato “Processo California” contro il ministro Conte per inquinamento del voto (c’era stato anche un blitz ad Eboli nel rione della 187) oltre che per la presunta collusione con la camorra. Tutto qui, ai lettori le considerazioni che ognuno riterrà di trarre.
direttore: Aldo Bianchini