Aldo Bianchini
SALERNO – Per capire Salvatore Memoli, consigliere provinciale del Gruppo Misto, bisogna conoscerlo, e non da poco tempo ma da anni. Salvatore è un uomo libero che pensa autonomamente con il suo cervello mai portato all’ammasso. In qualsiasi situazione politico-amministrativa, fin dai tempi delle sfilate davanti al Capitol contro la tracotanza socialista dei primi anni ’90, dovunque Salvatore ha dimostrato la sua totale indipendenza. E’ stato alleato ed avversario di Vincenzo De Luca, lo ha difeso ed attaccato senza mai abbassare la testa, esempio unico. Ha dato prova di se come manager indiscusso ristrutturando e rilanciando la centrale del gas, ha creato le farmacie comunali, ha ripulito e donato alla Città il capolavoro di Salerno Solidale; per De Luca è finito sotto processo a causa delle assunzioni a Salerno Energia. Nemmeno nelle circostanze più drammatiche ha abbandonato le rigide consegne ricevute. Ha pagato sulla propria pelle colpe certamente non sue, a cominciare dalle Banche per finire all’ultima debacle con il Consorzio Farmaceutico per colpa di sindaci del centro-destra (Cava e Scafati, ndr !!) incapaci di progettualità politica, poco attenti alle manovre di corridoio e in preda al panico al primo stornire di fronde. E’ riuscito a non far decadere il Consiglio Provinciale ed a trovare una dignitosa via di uscita al presidente Edmondo Cirielli sotto il tiro della magistratura. Ha una colpa, una grossa colpa: quella di essere andato ad esprimere il proprio voto, con grande dignità ed umiltà, nelle primarie del centro-sinistra da uomo assolutamente libero. Ha fatto una fila di oltre quaranta minuti, rispettato dagli avversari che hanno dato prova di grande democraticità nell’accoglierlo come andava accolto qualsiasi cittadino che è andato ad indicare il possibile leader del centro-sinistra, anche se di colore diverso. Questo fatto non è andato giù all’ex presidente Cirielli. Lunedì mattina, 26 novembre scorso, mi trovavo casualmente a Palazzo Sant’Agostino, nell’ufficio del Gruppo Misto, quando Salvatore Memoli è stato raggiunto da una telefonata dell’on. Cirielli molto irritato dalla scelta di Memoli di aver partecipato alle primarie della sinistra. Devo essere sincero, sono rimasto attonito e perplesso dalla presa di posizione di Cirielli che non ho sentito direttamente ma che ho dedotto dalle risposte prima dialoganti e poi molto ferme di Salvatore. Pensare soltanto che un potenziale elettore di destra non possa andare ad esprimere la sua idea sul possibile avversario della sinistra è inconcepibile, qui ci vorrebbe un esercizio di sana democrazia. Se poi a questo si aggiunge il fatto che certamente Salvatore Memoli non è catalogabile come uomo della destra la pretesa di Cirielli diventa ancora più assurda. Evidentemente l’ex presidente ha avuto poco tempo per conoscere Salvatore Memoli ed avrà pensato di ridurlo al rango di vassallo con qualche fumosa promessa. Non sa l’ex presidente della Provincia che Salvatore Memoli viene dalle file della vecchia D.C., quella che Donat Cattin cercò di cambiare e di ricondurre sulla strada maestra; non sa Cirielli che Vincenzo De Luca vinse nel ’93 grazie alla lista indipendente di Salvatore e non ha letto il libro scritto da Memoli sulla famosa “Svolta di Salerno”. Non sono abituato a fare il panegirico di nessuno e men che meno l’apologia, a Salvatore mi lega una grande amicizia che viene da lontano, dalla frequentazione della sua casa quando c’era ancora “mamma Enza” che dispensava consigli a tutti noi. L’altra mattina sono rimasto in silenzio perché ho visto Salvatore turbato dopo la tumultuosa telefonata, fino al punto di manifestare tutto il suo imbarazzo nei confronti di una politica che non gli appartiene e dalla quale intende mantenersi lontano ad ogni costo, fino al punto di dover mettere sul piatto della bilancia l’eventualità di abbandonarla completamente. Spero che non lo faccia. La politica, Salerno, la città in senso lato hanno ancora bisogno della sua opera così come accadde negli anni della “svolta” perché oggi i tempi sono diversi, forse ancora peggiori.
Bellissimo articolo e vera democrazia complimenti Direttore
Grazie Direttore,quasi mi hai commosso.Permettimi di dire che spesso riconosco di non essere un vero politico.Forse non avrei dovuto mai fare la politica…è così lontana dalla mia formazione umana e culturale..In politica devi essere “un soldatino”,evitare di pensare e di agire,soprattutto raccogliere consensi personali.In una parola devi essere ricattabile sempre…se non sei inattacabile , fai paura.In ultimo…rivedo i miei primi passi,con i pantaloni corti,mentre seguivo i miei politici nel Vallo di Diano e mi impegnavo (già seguito da tanta gente!) a sollecitare il voto per la Democrazia Cristiana.Tu pensi che allora sapevo che dei criminali ne avrebbero sporcato il bianco scudo crociat? No,mai! E pensi che ora mi rendo conto che la politica è soltanto lobby dii affari? No mio caro!…Non sono degno di fare politica.Sono stato sempre onesto,scrupoloso fino all’inverosimile.Non mi sono mai piegato ad interpretazioni e comportamenti disonesti….ed ho subito una scaricata di azioni giudiziarie.Ho vinto,questo è vero!Ma chi ha perso sta molto più avanti di me! Grazie di cuore e scusa,caro direttore, questa amara riflessione.