Aldo Bianchini
SALERNO – Fu ammanettato la mattina del 15 luglio 2008; dopo quattro anni, quattro mesi e venti giorni è stato, finalmente, liberato. Parlo del complesso del Villaggio San Giuseppe, meglio noto come ANGELLARA HOME, di proprietà della Curia Arcivescovile di Salerno. Una lunga e ingiusta detenzione durata ben 1.603 giorni, quasi come un criminale incallito. Non è stato un semplice sequestro come ne vediamo tantissimi, in questo caso si è trattata di una vera e propria detenzione forzata basata sul nulla ovvero su assurdi presupposti forzati alla bisogna per infliggere alla controparte una punizione severissima, alla stregua di delinquenti incalliti. La casa di riposo o di ritiro spirituale ovvero di ospitalità per i meno abbienti è stata scambiata nientemeno che per un “albergo a quattro stelle”; niente di più assurdo la caduta di stile di inquirenti poco attenti e probabilmente fuorviati dalle perizie di “C.T.U.” (Consulenti Tecnici dell’Ufficio) forse non all’altezza della situazione o della delicatezza del compito loro affidato. Insieme ed entrambi, inquirenti e tecnici, hanno vissuto una sorta di reciproco condizionamento condizionato probabilmente perché l’obiettivo da raggiungere era altissimo e bisognava agguantarlo a tutti i costi senza fermarsi neppure dinnanzi all’evidenza che suggeriva altre strade più democratiche e meno violente. Per continuare a parlare è necessario attendere l’esito del processo d’appello, soltanto dopo sarà possibile affermare che nel caso dell’Angellara Home è stata usata la mannaia del macellaio al posto della bilancia della giustizia. “Un processo basato sul nulla” gridò in aula uno degli avvocati difensori di Gerardo Pierro, Comincio Lanzara e Giovanni Sullutrone. Il novello giustiziere della Curia e dell’arcivescovo Mons. Gerardo Pierro, il cavaliere senza macchia e senza paura non vedeva l’ora di ammanettare anche qualche alto esponente curiale, non dico l’arcivescovo in persona ma almeno il suo fidato cancelliere, gli è andata buca ed ha costretto in manette l’edificio intero per ben 1.603 giorni. La scena di ieri mattina, quella del dissequestro o meglio della liberazione, è stata anticipata da una lunga e cordiale telefonata con la quale l’avvocato Paolo Carbone ha anticipato all’arcivescovo Pierro la lieta novella. Chiuso nel suo studio e già al lavoro don Gerardo è rimasto impassibile e non ha replicato al suo interlocutore. Essere stato costretto ad aspettare 1.603 giorni, per rivedere la sua creatura restituita alla libertà e rimessa a disposizione dell’intera comunità, ha inevitabilmente quasi azzerato gli effetti positivi della notizia. A pochi chilometri di distanza, sulla litoranea, la scena è stata diversa con “don Comincio Lanzara”, piantato davanti la porta d’ingresso dell’istituto scolastico ha assistito all’arrivo del plotone della Guardia di Finanza (quella stessa GdF che 1.603 giorni prima aveva fatto irruzione per apporre i sigilli) che, questa volta, con le vele ammainate ha sciolto i nastri e riconsegnato le chiavi della struttura nella mani di chi era stato a lungo nel mirino degli inquirenti. Ma già, subito dopo la liberazione, arriva la doccia gelata: il pm Roberto Penna ha interposto appello contro la decisione del tribunale di restituire la struttura alla sua vocazione. Storia grottesca o atto dovuto, come dicono in tanti ? Chissà !! Lo sapremo nei prossimi mesi. Per il momento prepariamoci tutti alla visita pubblica del nuovo pastore di Salerno, Mons. Luigi Moretti, che presto dovrà di nuovo benedire l’intera struttura. Nel 1975 mons. Gaetano Pollio pronunciò una frase storica: <<“Non posso alienare un bene che è costato tanti sacrifici al mio predecessore Mons. Demetrio Moscato. L’ho giurato e io mantengo i giuramenti”>>. E’ auspicabile che anche mons. Moretti, dopo serena riflessione, ripeta le stesse parole contro chi vorrebbe una prossima alienazione del prezioso bene curiale. Ora, però, anche alla luce dell’appello del PM una domanda si impone: “L’Angellara Home è veramente l’unico mostro del litorale salernitano ?”. Se si, la Procura della Repubblica di Salerno prenda il coraggio a due mani e mandi le ruspe per abbatterlo, ma dopo dovrà mandarle anche in tante altre parti. Quali ? Se ne avete voglia, seguitemi nell’approfondimento di domani e ne scoprirete delle belle.