SALERNO – Ogni giorno mi meraviglio sempre di più. Non riesco a capire come è possibile che all’attenta e numerosa platea di giornalisti di vaglia esistenti sul territorio della provincia di Salerno possano sfuggire momenti importanti come quelli che bravissimi fotografi trasmettono comunque alla nostra osservazione critica. Guardateli bene nella foto, sembrano fatti l’uno per l’altro. Parlo di Vincenzo De Luca e Fulvio Bonavitacola seduti in prima fila nel teatro Augusteo di Napoli e intenti a seguire la presentazione di Pierluigi Bersani nella corsa verso le primarie. Ovviamente io mi accingo a commentare la foto e, quindi, poco mi interessa tutto il retroterra barbino che ha costretto i due salernitani a prendere posto in platea. Dicevo che sembrano fatti l’uno per l’altro, la stessa postura, lo stesso irrigidimento del collo, lo stesso sguardo impenetrabile, la stessa contrazione somatica (più dolce quella di Bonavitacola!!) e chi più ne ha più ne metta. Incredibile, sembrano fatti con lo stampino, più pesante quello del sindaco, più leggero quello del parlamentare. Vanno insieme a Napoli, partecipano insieme ad una riunione ristretta presso l’Hotel Oriente, si siedono insieme in platea, ascoltano insieme i vari noiosi interventi e sempre insieme, forse, vanno via carichi di voglia di rivendicazioni se non proprio di vendette. Messi insieme sono forti, indubbiamente, ma da qui a dire (come hanno fatto tanti giornalisti) che Fulvio sarà l’erede di Vincenzo al Comune di Salerno ce ne passa di acqua sotto i ponti. Per quanto mi riguarda credo fermamente che Vincenzo De Luca non si fidi affatto dell’apparente “fedelissino compagno”, anche perché le cambiali che doveva scontare nei suoi confronti le ha già quasi tutte scontate. Com’è lontano quel “giovedì 19 settembre 1996”, taglio del nastro alle ore 11.40, brindisi alle ore 12.00. Vincenzo De Luca, il sindaco della gente, accompagnato dall’imprenditore cavese Antonio Di Donato inaugura il secondo lotto del trincerone ferroviario di Salerno alla presenza di Vincenzo Giordano, Aniello Salzano e Fulvio Bonavitacola che parlottano tra loro rimanendo a debita distanza dalla cerimonia ufficiale. Quel giorno erano ancora vivi i rancori per una ingiusta carcerazione che tutti e tre avevano dovuto subire per colpa non si sa ancora di chi. Dopo sedici anni da quel giorno sembra ormai tutto svanito nel nulla. Vincenzo Giordano è morto, Aniello Salzano ha dimenticato troppo presto l’onta subita, Antonio Di Donato ha ripreso e semmai irrobustito la sua attività imprenditoriale e Fulvio Bonavitacola è stato ampiamente ripagato sul piano sia politico che manageriale da quello che pareva essere diventato il suo avversario numero uno. Diversi anni alla guida dell’Autorità Portuale, una legislatura in corso e forse un’altra in arrivo non sono cose che ti capitano tutti i giorni. Pensare, poi, di diventare sindaco di Salerno il passo è troppo lungo per una ragione importante. Io sono critico ma bisogna dare a Cesare quello che è di Cesare e devo, comunque, riconoscere anche se cordialmente ci ignoriamo che l’on. Fulvio Bonavitacola il cervello non l’ha portato mai all’ammasso. E questo De Luca lo sa benissimo. La strada per il Comune di Salerno è ancora molto lunga, semmai Bonavitacola dovesse aspirare a quella poltrona dovrà, comunque, aspettare che per De Luca si aprano le porte di Palazzo Santa Lucia, senza quelle non lascerà tanto facilmente il Comune di Salerno nelle mani del suo amico Fulvio Bonavitacola. Prima di Santa Lucia, però, ci sarà bisogno di una riverniciatura governativa per l’indomabile Vincenzo, poi verrà il resto. Dimenticavo, in chiusura, di rendere onore al merito del fotografo del quotidiano “La Città” che ha realizzato lo scatto fotografico che potete ammirare. Mi spiace per Clemmy De Maio che, troppo presa dalla cronaca dell’avvenimento partenopeo, non ha avuto il tempo di commentare questa stupenda foto che giornalisticamente parlando è un “pezzo di storia”.
direttore: Aldo Bianchini
GRANDE BIANCHINI…SEI UNICO! Però fai l’errore di tutti i laici un pò miscredenti…..e dimentichi che l’uomo propone e Dio dispone.Quante alle remore ed ai rancori certi premi non li camcelleranno mai.Il carcere è carcere….non si dimentica!