SALA CONSILINA – Erano accorsi in massa, l’altra sera, i “bersaniani” di ferro per chiudere la partita e portare a casa il “coordinatore del Vallo di Diano”, una figura importante nella mappa territoriale del Partito Democratico. L’assalto alla poltrona si è dimostrato un vero e proprio flop ed alla fine la paura di vedere un “renziano” seduto sulla poltrona che conta, soprattutto in quel partito, ha avuto la meglio. La frenata finale è stata clamorosa ed ancora una volta il predestinato, Vittorio Esposito, è rimasto purtroppo appiedato. Ma è stata soltanto la paura di contarsi realmente ad aver fermato “tutti gli uomini di Vincenzo De Luca” rispetto a quanto avevano deciso nella riunione ristretta del 15 ottobre 2012 tenutasi a Salerno, oppure proprio quella riunione riservata ha suscitato un moto di reazione in tutte le altre cosiddette “anime morte” (citazione in gergo deluchiano !!) del PD che d’improvviso si sono svegliate ? Probabilmente l’una e l’altra cosa. Certamente la riunione segreta, quasi massonica, di Salerno con la convocazione solo di tre soggetti del Vallo (Attilio Romano, Vittorio Esposito e Michele Giffoni) ha creato imbarazzo ed indignazione tra tutti e 39 i componenti del “coordinamento territoriale”, altrettanto sicuramente la paura di perdere la partita ha consigliato il rinvio della nomina, tanto attesa, a tempi migliori di là da venire. Probabilmente l’assenza dall’assise di Sala Consilina “per non meglio precisati impegni familiari” di Attilio Romano (sindaco di Casalbuono) che era stato convocato personalmente da De Luca per la riunione riservata del 15 ottobre e la stessa indecisione di Romano che ondeggia (a dire di tanti !!) tra bersaniani e renziani ha fatto il resto. La maggioranza interna del partito non ha creduto più nel successo ed ha lasciato anche che gli animi si scaldassero purchè il tutto venisse rinviato a tempi migliori al fine di evitare una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso ed avrebbe intaccato la stessa posizione del sindaco di Salerno all’interno del “quadro dirigente nazionale”. I renziani capi-rivolta, Pellegrino e Annunziata, hanno cercato di schiacciare il piede sull’acceleratore ma hanno ovviamente rallentato non appena si sono resi conto che la partita non poteva essere giocata lunedì sera 5 novembre 2012 e che era necessario aspettare l’esito nazionale delle primarie che, a questo punto, si annunciano davvero al fotofinish. Inutile giocarsi adesso, in un distretto sperduto, le ultime possibilità di ottenere candidature sostenibili e sicure. Lo ha dimostrato l’on. Donato Pica che ha cercato, con la sua proverbiale pacatezza, una via di concertazione tra le varie fazioni in campo. Del resto la sua quasi certa candidatura per un posto a Palazzo Madama non ammette errori di passaggio e Nello Mastursi e Nicola Landolfi non hanno potuto fare altro che accodarsi alla sapiente e prudente regia di Pica. Insomma il coordinatore che doveva essere fatto non s’aveva da fare e non è stato fatto. Tutti felici e contenti. Nella migliore dietrologia politichese non ha vinto nessuno e, soprattutto, non ha perso nessuno anche se la mancata nomina dell’altra sera a Sala Consilina deve suonare come un forte campanello d’allarme per il “capo del regime”. Se da un lato la mancata nomina del coordinatore territoriale scaraventa il partito nello sconcerto e nell’oblio di attese andate irrimediabilmente perdute, dall’altro lato fa capire che “non tutti gli uomini del capo” sono ancora disposti a portare il proprio cervello all’ammasso. Soprattutto quegli stessi uomini hanno mandato a gambe all’aria il disegno egemonico di De Luca che vorrebbe continuare a decidere sempre e comunque da solo e per farlo sono stati costretti a colpire un loro stesso possibile rappresentante. Ecco perché, a mio opinabile avviso, la partita dell’altra sera può aver registrato la vittoria dei rottamatori di Renzi, almeno ai punti.
direttore: Aldo Bianchini
Caro direttore secondo me lei confonde le regole che hanno contraddistinto i venti anni del centro destra con gli avvicendamenti politici dell’unico partito presente oggi in Italia; le potrei dire l’unico per ora ma non lo faccio per un semplice motivo: a minacciare il partito è Renzi ma non credo che vincerà le primarie! E naturalmente non è solo un auspicio perchè per chi crede nei partiti è una certezzza! E conseguenza di questo, sarà il caso che in un “distretto sperduto” (come lei lo definisce) persone del Partito “Democratico” capaci e meritevoli anzichè nascondersi dietro la faccia del rottamatore che apra loro la strada alla rottamazione del suo tra l’altro, acerrimo nemico politico, tale De Luca, escano alllo scoperto e la rivoluzione la facciano con la propria di faccia. Coloro che si stanno spendendo per Renzi perchè fiutano l’opportunità di scavalcare chi gli sta davanti nel partito avrebbero le carte per proporsi senza temere guerre interne; forse non hanno voglia di intraprendere qualsivoglia scontro e allora quando Renzi sarà passato non gli rimarrà che tornare nel loro orticello, in fondo chi si accontenta gode e in questo caso eviterà che una comunità quella valdianese, aspetti un messia politico; in fondo anche questa si accontenterà.