Maddalena Mascolo
CAVA de’ TIRRENI – Mi è piaciuto l’occhiello di un quotidiano che recita esattamente così: “Restano ancora accesi i riflettori della Procura sulla vicenda Cofima e sul tesseramento del PdL. Si ipotizza la regia occulta di un personaggio ancora oscuro. Il sistema Cava potrebbe trovare un anello di congiunzione in un’altra inchiesta del pm Montemurro” (fonte Roma-Cronaca del 4 novembre 2012). Il pezzo non è firmato ma è come se quel giornalista occulto scoprisse l’uovo di Colombo. Questo quotidiano e soprattutto il direttore da molto tempo, scrivendo anche su altre inchieste giudiziarie, va dicendo che la sopravvivenza del centro-destra provinciale è affidata all’azione del pm Vincenzo Montemurro che, insieme a Rosa Volpe, sta già indagando su altre vicende, tutte inerenti alcuni personaggi del PdL che in questi ultimi anni hanno fatto il bello e il cattivo tempo. Insomma una sorta di caccia a “tutti gli uomini del presidente”, l’on. Edmondo Cirielli; è sufficiente passare in rassegna la stampa di questi ultimi mesi per capire che c’è un filo conduttore che unisce tutte le inchieste tra loro: Cava de’ Tirreni, Pagani, Angri, Scafati e Palazzo Sant’Agostino. Non c’è mistero se si afferma che l’obiettivo principale è lui, Edmondo Cirielli, e che i due super-pm lo stanno braccando in tutti i modi possibili. L’ultima occasione è data, come manna dal cielo, da quanto accade nel palazzo di città di Cava. Il sindaco Marco Galdi, ormai alle corde, si affanna a dichiarare che i dieci avvisi di garanzia non intaccano la sua azione amministrativa e non riguardano il Comune di Cava. Storie da raccontare ai bambini !! Come si fa a dichiarare che la vicenda Cofima non riguarda il comune e come si fa a dichiarare che l’avviso di garanzia a Germano Baldi non tocca direttamente e indirettamente l’amministrazione comunale metelliana. Giustamente il sindaco deve difendere anche l’indifendibile ma è ormai sotto gli occhi di tutti che l’A.C. naviga a vista in un mare di guai inestricabili. Una cosa non si riesce a capire ed è come mai i quattro “cavalieri dell’apocalisse” (Giovanni Del Vecchio, Luca Alfieri, Matteo Monetta, Antonio Palumbo) dopo aver annunciato sfracelli nei mesi scorsi ora rimangono in religioso silenzio. In politica non si può sempre aspettare che “il cadavere dell’avversario passi sulla tua sponda”, in politica è necessario a volte prendere iniziative propositive per entrare nell’immaginario collettivo e raccogliere il necessario consenso. Ma su questo fronte tutto tace. E intanto monta, giorno dopo giorno, il clamore per le inchieste giudiziarie sul comune e bisogna subito dire che a tanto non si era mai arrivati in quella che sembrava l’isola della piccola Svizzera. Per trovare qualcosa di analogo bisogna tornare indietro di almeno vent’anni e riandare al clamore di “tangentopoli”. Vennero toccati personaggi famosi, addirittura il mitico professore Abbro per finire ad Antonio Di Donato (uno degli imprenditori più rappresentativi di Cava). Insomma per capire quanto danno il centro-destra cavese sta arrecando alla città è sufficiente rispolverare l’elenco dei sindaci di questi ultimi vent’anni; dal ’93 ad oggi il centro-destra ha governato a fasi alterne per circa sette anni e in sette anni ha prodotto più danni rispetto agli oltre quattordici anni di governo del centro-sinistra. Un dato del genere non è incoraggiante, soprattutto per lo sviluppo che prenderanno sicuramente le varie inchieste giudiziarie. Per uno schieramento politico provinciale che se la fa con gente dai nomignoli strani come “o’ picciotto” oppure “Peppe o’ nano”, così come i “Petrosino D’Auria”, davvero non c’è da stare tranquilli. Alla prossima.