Da uff.stampa
SASSANO – Sono decine di migliaia di cani che ogni anno vengono abbandonati in Italia, a cui vanno aggiunti le migliaia di cuccioli che nascono già allo stato randagio. Anche a Sassano quello del randagismo è un fenomeno di cui si deve registrare di anno in anno una crescita che purtroppo non accenna assolutamente a regredire.Purtroppo, negli ultimi tempi, registriamo la presenza di numerosi branchi di cani in diversi punti del territorio comunale, è ben comprensibile che tali animali se lasciati soli non sono abituati a procacciarsi del cibo e spesso se non assistiti muoiono di fame e di sete. In particolare quando sono vecchi e già malati oppure cuccioli non hanno nessuna possibilità di sopravvivere e se abbandonati lungo le strade, come spesso capita soprattutto d’estate, vengono travolti ed uccisi e nello stesso tempo possono provocare gravi incidenti automobilistici.Il Circolo SEL “Sandro Pertini”, aderisce alla petizione promossa dai cittadini di Sassano, sul randagismo, che si riporta integralmente: “Randagismo a SASSANO – PREMESSO – che questi animali non sempre sono animali abbandonati dall’uomo, ma possono essere anche cuccioli nati in libertà da genitori precedentemente abbandonati. La questione tocca qualsiasi località del nostro Comune, causando dei problemi a molti cittadini.; – CONSIDERATO – che i cani vaganti sul territorio, singoli od in branchi, possono: 1) Rappresentare un potenziale rischio di aggressione per le persone. 2) Diventare serbatoio e veicolo di malattie infettive alcune delle quali trasmissibili all’uomo, non essendo sottoposti ad alcun controllo sanitario. 3) Essere causa di incidenti stradali; ogni anno si registrano centinaia di incidenti stradali, anche mortali, causati da animali randagi – CHIEDE – Un piano periodico di controllo a tappeto dei microchip dei cani padronali da parte della Polizia Municipale o di un altro organo competente; creazione di regole e di un anagrafe ben aggiornata canina, felina e degli altri animali da compagnia informatizzata ad accessibile agli organi preposti al controllo; la promozione e incentivazione della figura del cane di quartiere e la redazione di un protocollo per l’identificazione dello stesso al fine di evitare interpretazioni da parte del Comune, Azienda Usl e singoli cittadini su questa particolare figura di randagio; Uno sviluppo dei diritti degli animali per il controllo sull’applicazione degli strumenti previsti per il contenimento del randagismo e la tutela degli animali.”