Aldo Bianchini
SALERNO – Il nostro è un Paese che è nato in un certo modo e deve morire in un certo modo; augurandoci ovviamente che non muoia mai e che, almeno ogni tanto, riesca a cambiare pelle. Questa semplice riflessione, più o meno condivisibile, è lo specchio preciso di quanto sta accadendo per il rinnovo della carica di “presidente” dell’Autorità Portuale, istituita con D.P.R. 23 giugno 2000 in attuazione della Legge 84/94; un Ente che per Salerno e provincia è di assoluta e vitale importanza. Un po’ troppo velocemente abbiamo dimenticato cosa accadde nel 2009 al momento in cui l’Autorità Portuale, tenuta fin dalla sua istituzione in scacco e sotto il diretto controllo del sindaco di Salerno (cosa quanto mai ingiusta e fuori regola!!), si accinse a rinnovare la massima carica. Ci fu una spaccatura tra gli Enti designatori (Provincia, Comune, CCIAA), con Michele Sarno da una parte il centro destra)e con la comparsa improvvisa di Luca Cascone (assessore comune di Salerno) che fu addirittura costretto a dimettersi per “sacrosanta paura” delle “ritorsioni politiche” del sindaco che voleva in quel posto Andrea Prete (già presidente di Assindustria). Assistemmo ad una squallida battaglia, una delle più indecenti mai verificatesi sul nostro territorio. La CCIAA fu costretta a ritornare sulle proprie votazioni con l’allora presidente uscente Augusto Strianese che prima si schierò contro De Luca per poi cedere alle pressioni insopportabili del Comune. Michele Sarno, che aveva già festeggiato con il ministro (che era di AN) la nuova carica, fu boicottato e rispedito a casa in maniera anche brutale. Ed arrivò, come d’incanto, l’uomo della provvidenza: Andrea Annunziata, che dall’alto della sua referenziata esperienza mise d’accordo tutti e che in pochi anni ha letteralmente cambiato l’indirizzo politico dell’ente rappresentato orientandolo verso l’assoluta indipendenza ed equidistanza dalle varie fazioni politiche e restituendogli un’identità, un’immagine ed una dignità che mai prima di adesso aveva avuto. In pratica da orticello politico per pochi eletti, anzi per un eletto soltanto, l’Autorità Portuale è diventato uno strumento di crescita, di sviluppo e di occupazione; un vero e proprio volano dell’economia della città capoluogo e di tutta la provincia. Esattamente come era nello spirito del legislatore al momento della sua creazione. Andrea Annunziata ha avuto la classe, politica e personale, di presiedere l’Ente con forza e con autorevolezza senza mai scadere, neppure per un istante, nell’autoritarismo di chi fa del potere soltanto uno squallido strumento di forza e di affermazione personale. Sempre presente ma sempre defilato, giustamente distante dalle emozioni e dai facili discorsi, Andrea Annunziata ha mirato al sodo snocciolando il suo incarico nel modo più democratico possibile. Freddo, schiena sempre dritta, sguardo impenetrabile, senza apparenti emozioni, ha vissuto i momenti gloriosi del “suo Ente” con grande dignità e compostezza, reprimendo tutte le eccitazioni per i momenti belli ed anche per quelli meno belli. Tanto da “costringere” i tre Enti indicatori a fare soltanto il suo nome per un rinnovo della carica che sembrava a tutti consequenziale al suo modo di fare. Infine ha ridato all’Ente la sua naturale rappresentatività territoriale senza mai scadere nell’accentramento personalizzato del potere. Tutte condizioni, insomma, per un sollecito rinnovo della nomina. Ed invece ecco riaffiorare, anche dal “governo dei professori bocconiani” il vecchio costume italico. Non va bene che i tre Enti abbiano indicato un solo nome, ci vogliono tre nomi, una terna al cui interno il ministro può e deve scegliere. Come dire, aspettiamoci qualsiasi tipo di sorpresa tecnico-politica dalla scelta del ministro. Quello che poteva essere sbandierato come un modo esemplare di amministrare la cosa pubblica (presidenza Annunziata) è stato trasformato dal governo nazionale (che dovrebbe risanare il Paese!!) in un altro dei grandi casi misteriosi ed indecifrabili. Come a dire che non appena qualcosa funziona bene in questo Paese ce la mettiamo tutta per distruggerla. Non è facile prevedere come andrà a finire, resta il rimpianto che per l’unica cosa su cui i tre (Arzano, De Luca e Cirielli) si sono trovati d’accordo è arrivato lo zampino dell’antipolitica che vuole mantenere a tutti i costi il controllo di ogni cosa. Qui non c’entrano nulla i pronunciamenti del TAR o le rivendicazioni ministeriali, qui viene evidenziata soltanto l’arroganza di una politica che ha distrutto il Paese, intendendo per politica non solo i politici eletti ma anche i vertici delle istituzioni che imperversano con le loro decisioni, spesso strampalate. Il buon senso voleva e vuole la riconferma dell’on. Andrea Annunziata alla guida dell’Autorità Portuale di Salerno.