SALERNO – Sinceramente, lo confesso, avevo pensato che Vincenzo De Luca dopo diciannove anni aveva finalmente trovato il modo per liberarsi di Felice Marotta approfittando della “sterile e impopolare polemica” del PdL contro uno dei più validi funzionari che il Comune di Salerno abbia mai avuto. Dico questo sulla scorta dei ricordi precisi della campagna elettorale tempestosa del 1993 e del primo ballottaggio elettorale dell’era deluchiana. In quella campagna elettorale Vincenzo De Luca aveva più volte gridato dai palchi che appena eletto sindaco la prima persona che avrebbe cacciato dal comune era senza dubbio Felice Marotta. Quell’affermazione, forte e sopra le righe, rallegrò molti peones ma non spaventò affatto Felice che continuò imperterrito il suo lavoro dimostrando, giorno dopo giorno, di essere estremamente utile all’economia di un’azienda che De Luca, checchè se ne dica, voleva rilanciare verso obiettivi molto più produttivi del passato. Ed alla fine, dopo diciannove anni, grazie a Felice Marotta ha vinto nuovamente De Luca dimostrando di non essere così sciocco da liberarsi della presenza, seppure ingombrante ma utilissima, dell’unico funzionario-dirigente che conosce dal più profondo degli scantinati fino alle stanze del potere tutto il Palazzo di Città ed anche il motore che lo muove ogni giorno. Non c’è laurea o specializzazione che tenga, per sbarrare il passo a Marotta bisogna essere profondi conoscitori della pubblica amministrazione; ne hanno fatto le spese in tanti. L’altro giorno, lungo Corso Garibaldi, ho incrociato due miei vecchi amici (un ingegnere e un geologo), uno in pensione e l’altro ancora in servizio nel Comune. Avevano letto il mio precedente articolo, entrambi si sono dichiarati perfettamente in linea con me ed hanno aggiunto che “Felice non è stato mai arrogante pur sapendo di gestire un potere immenso e quando ha potuto ha aiutato tutti, con cordialità e signorilità, sempre e comunque”, una bella e sincera dichiarazione, non c’è che dire, come riconoscimento nei confronti di una persona che si è fatta da sola. Sempre in tutta sincerità, alla notizia delle dimissioni di Felice Marotta avevo anche pensato che le stesse erano state determinate non tanto dall’accanimento mediatico del PdL ma dal probabile raffreddamento dei rapporti personali con il sindaco. Non è così, ecco perché De Luca ha vinto ancora una volta su una opposizione che si era imbarcata in una battaglia senza contenuti politici e per il solo gusto di dimostrare che il decreto di nomina a direttore generale, firmato da De Luca all’inizio dell’anno, era da ritenersi illegittimo per carenza di titolo da parte di Marotta. Un’azione di contrasto sbagliata e fuori luogo, un’azione che ha letteralmente consegnato nelle mani del sindaco l’ennesima opportunità di far fare una pessima figura al gruppo di opposizione in consiglio comunale. E bene ha fatto De Luca a stigmatizzare come quello contro Marotta sia stato “un altro degli esempi dell’aggressione politica di gente che non ha nulla da fare e che invece di proporre qualcosa per la Città dedica le proprie giornate alle aggressioni personali”. Felice Marotta non uscirà da Palazzo di Città ed a pieno titolo potrà ricoprire la carica “responsabile generale dello staff del sindaco”, come dire che continuerà ad essere il vero “direttore generale” del Comune di Salerno. Il grande Peppino De Filippo, rivolto a quelli del PdL, avrebbe laconicamente detto: “Piglia, pesa, incarta e porta a casa”. Quella di Vincenzo De Luca, mi permetto di dire, non è stata soltanto una dimostrazione di affetto ma anche, se non soprattutto, la scelta a salvaguardia di un “grande dirigente” che ha operato ed opera per il bene di Salerno. Questi, cari amici del PdL, sono tutti episodi, piccoli quanto volete, in grado di entrare nell’immaginario della gente, cioè dell’elettore medio. Non è un segreto di Pulcinella affermare che De Luca lo sa fare da grande comunicatore.
direttore: Aldo Bianchini