CITTA’ DEL VATICANO – Se un prete commette abusi sui bambini il Vaticano non c’entra: è la tesi del giudice Michael Mosman, della Corte distrettuale federale di Protland (Oregon), che ha stabilito che la Santa Sede “non può essere considerata come il datore di lavoro” dei sacerdoti e quindi responsabile in sede civile per gli abusi sessuali commessi dai preti. La sentenza di Mosman riguarda un caso portato in tribunale nel 2002. La Santa Sede era accusata di essere responsabile per il comportamento di padre Andrew Ronan, sacerdote dei Servi di Maria (morto nel 1992) che nel 1965 aveva abusato di un ragazzino di 17 anni. Nel processo è emerso che Ronan aveva abusato anche di altri ragazzini durante i 15 anni di servizio a Chicago e a Benburg, in Irlanda. Questi episodi erano però stati tenuti segreti dall’ordine religioso, e il Vaticano era stato informato solo quando Ronan chiese di lasciare la tonaca. I superiori di Ronan avevano deciso i vari trasferimenti, da Brenburg a Chicago e poi a Portland senza informare il vescovo dei precedenti di Ronan. La Corte distrettuale ha dovuto capire il ruolo del Vaticano nei trasferimenti di Ronan, se sapeva degli abusi del sacerdote e se Ronan poteva essere considerato un dipendente della Santa Sede. Se queste accuse fossero risultate vere si sarebbe andati a processo. Ma queste accuse, secondo il giudice Mosman, sono infondate. Secondo il tribunale il Vaticano è stato informato solo nel 1966, quando il vescovo di Portland ha chiesto le dimissioni di Ronan.
direttore: Aldo Bianchini