Aldo Bianchini
SALERNO – Uno dei commenti al mio ultimo articolo dal titolo “Angellara Home/4: una sentenza già scritta” mi ha particolarmente colpito. E’ stata tirata in ballo la questione molto vecchia della “piscina Vigor” che secondo il male informato lettore avrebbe procurato prebende e benefici alla famiglia Lanzara (o meglio nella fattispecie al fratello di “don Comincio Lanzara”) dalla vendita della stessa piscina al Comune di Salerno. Insomma, secondo il lettore, il fatto che “don Comincio” fosse all’epoca il cerimoniere dell’arcivescovo e il direttore generale della colonia San Giuseppe e di tutti gli impianti annessi avrebbe addirittura indotto, se non condizionato, l’arcivescovo dell’epoca a vendere al Comune per garantire una corposa buonuscita alla famiglia Lanzara. Ovviamente il lettore non ricorda o fa finta di non ricordare il periodo storico-politico in cui tutto questo è accaduto. Siamo nel pieno degli anni ’80 e la D.C. (Democrazia Cristiana) che ha dominato in lungo e in largo la Città e la Provincia incomincia a battere i primi segnali di resa politica. Incalza la sinistra, soprattutto il PSI di Carmelo Conte e Vincenzo Giordano. La Chiesa, spinta dai democristiani di Avellino, insorge contro lo strapotere socialista ed in prima persona scende in campo l’arcivescovo mons. Guerino Grimaldi con i suoi forti editoriali su Agire (il settimanale della Curia). Come dire, la Chiesa che è santa ma anche meretrice, da un lato picchia sul piano politico e dall’altro batte cassa, anche perché da Roma (lo IOR in testa!!) chiedono sempre più rimesse di fondi a tutte le Curie italiane. Il momento per lo IOR (la banca vaticana) è drammatico, esce dallo scandalo Marcinkus e le spese del “Papa pellegrino” hanno inaridito le casse. Servono soldi, il ministro Conte e il sindaco Giordano lo capiscono e cercano, anche con la mediazione del magistrato Pasquale Andria (che in quel periodo era presidente dell’Associazione Cattolica), di ristabilire buoni rapporti con il primate della Chiesa salernitana. Si arriva, così, e non per altre vie, all’acquisto della VIGOR da parte del Comune per alcuni miliardi di vecchie lire che arrivano, come oro colato, nelle casse della Curia salernitana ed in quella romana. Si racconta anche che come cadeau l’Amministrazione Comunale avesse accompagnato l’assegno della Vigor con una nuova autovettura per l’Arcivescovo. Tutto nella massima ufficialità e legalità, naturalmente. A questo punto viene da chiedersi cosa c’entri con tutto questo, con le linee politiche della Curia e con le scelte romane, l’umile ma sapientissimo “don Comincio”. Nulla, verrebbe da dire se non si chiamasse Lanzara come il fratello che aveva avuto in gestione la Vigor per anni in nome e per conto della Curia salernitana. E mai scelta fu più giusta e saggia. La gestione Lanzara della Vigor va letta in un contesto storico molto importante. Uscivamo dal terremoto e i giovanissimi salernitani avevano fame di sport, di certo la Curia non era in grado di organizzare tutto quello che poi Lanzara seppe organizzare con grande dispiego di mezzi e risorse umane. In pratica lo sport del nuoto, del nuoto salvamento, della pallanuoto ebbero a Salerno, grazie alla Vigor di Lanzara, la definitiva consacrazione ed uno sviluppo assolutamente al di sopra di ogni aspettativa sia sotto il profilo economico-managieriale che su quello prettamente sportivo. Basti pensare che nella piscina della Vigor distese le sue prime bracciate Paolo Trapanese che poi a Seul, nell’88, fu il portiere della nazionale italiana di pallanuoto in quella sfortunata trasferta sud-coreana. Certo che la famiglia Lanzara trasse dei benefici anche economici da quell’avventura sportiva. E qual è il problema se in quell’avventura aveva, comunque, profuso il meglio delle sue risorse proprio quando in Città non esisteva neppure l’ombra di un imprenditore disposto a rischiare un centesimo dei propri quattrini nel mondo del nuoto e della pallanuoto che sono tuttora considerati alla stregua di sport minori. Per chi non è profano dello sport quel connubio (Lanzara-Vigor) diede alla Città ed a tutto il suo interland uno sviluppo impressionante sotto il profilo della frequenza sportiva di migliaia di giovani e contribuì a togliere dalla strada intere generazioni di ragazzi. Ma ritorniamo all’aspetto politico della vicenda con la vendita della Vigor al Comune di Salerno. Le giunte laiche e di sinistra, da allora, si garantirono la pax da parte della Chiesa (santa e meretrice!!) che dura ancora oggi e che Vincenzo De Luca ha sfruttato al meglio e gestito con grande abilità anche sulla pelle dell’ignaro mons. Pierro reo di aver seguito pedissequamente la linea politica tracciata dal suo predecessore. Del resto si sa che la Chiesa si muove con lentezza, con troppa lentezza. Alla prossima.
un solo filo conduttore in tanto pasticcio ricco di dietrologia, ripensamenti ad personam: la ricerca di visibilità ormai ridotta al lumicino del dott. Bianchini. Fritto misto, con pesce avariato, cose che non interessano più ma che tengono banco, respiro corto che indicano la povertà di argomenti. Mahhhh!! 🙁
Bene, a questo punto credo proprio che Giulio debba trovare il “suo centro di gravità permanente” oltre che a svelare la sua vera identità. E’ molto facile, nascondendosi dietro l’anonimato, criticare chi invece ci mette la faccia anche nel ricordare a tutti quello che veramente è accaduto tanti anni fa. Anzi c’è una cosa che va aggiunta e che Bianchini forse ha dimenticato di dire. Il fratello di “don Comincio” era soltanto uno dei componenti di una società sportiva che si assunse il compito di rinvigorire la Vigor. Ed il suo nome risaltava su tutti gli altri del direttivo per due motivi: 1- perchè era il fratello di don Comincio; 2- perchè era l’unico che poteva disporre di una certa disponibilità economica. Dopo la vendita della Vigor al Comune qualcuno rimase con debiti nei confronti del Lanzara che aveva anticipato delle quote per conto di terzi compinenti il consiglio. Tutta qui la storia che Giulio vorrebbe ridimensionare. Io personalmente, all’epoca, mi interessavo di nuoto con una piccola società sportiva satellite e posso parlare con cognizione di causa. Buon lavoro.