Soppressione di piccoli Comuni e Province, Cirielli: «Per un risparmio irrisorio non si può cancellare un patrimonio di storia e di identità»
Valle dell’Angelo – Ho letto con molta attenzione il comunicato del presidente della provincia on. Edmondo Cirielli in merito alla soppressione dei “piccoli comuni” , l’ho letto e riletto perché non credevo ai miei occhi. Possibile, mi sono chiesto, che anche Cirielli di questo discorso che dovrebbe scivolare liscio come l’olio ne fa un fatto solo ed esclusivamente politico? Purtroppo è così, anche Cirielli in questa materia parla con il linguaggio del politichese. E dice: “Per ottenere un risparmio irrisorio perdiamo un patrimonio di identità, di cultura e di storia, che non è monetizzabile”. E’ inutile, i politici hanno la testa dura, parlare con loro, offrire suggerimenti è come perdere l’acqua e il sapone. Un vero peccato. Vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa c’entra il patrimonio d’identità, di cultura e di storia quando qui si parla soltanto di abolire i tanti sindaci, i tanti assessori, i tanti consiglieri comunali e provinciali. Quasi come a voler sostenere che accorpare più comuni o più province volesse significare l’annullamento dell’identità, della cultura e della storia. Mi dispiace per il presidente Cirielli che dimostra così di pensarla in maniera antistorica. O invito a leggere il mio articolo su Valle dell’Angelo, pubblicato proprio ieri su questo giornale, e casomai a rispondermi dopo essersi consultato con l’on. Tino Iannuzzi che a Valle dell’Angelo dovrebbe esserci nato. Poi il Presidente attacca frontalmente le Regioni ree di essere, secondo lui “”Protagoniste degli sprechi spesso sono state le Regioni, molte delle quali invenzioni prive di storia, piuttosto che i Comuni e le Province. Anzi, con questa scelta scriteriata, si favorisce ancor più un modello di centralismo regionale che se da un lato calpesta la storia millenaria della nostra Nazione, dall’altro fa presagire nuovi sperperi e cattiva distribuzione territoriale delle risorse””. E qui emerge il sogno, in un certo senso giusto ma proibito, del Presidente per una nuova regione sotto il Principato di Arechi; un sogno destinato, forse, a rimanere sempre tale. Infine il Presidente parte lancia in resta ed a capofitto contro l’immarcescibile ministro dell’economia Giulio Tremonti; l’accusa è gravissima: “”Il ministro Tremonti non ha affatto la statura morale per ergersi nel ruolo di primo della classe che decide per e a danno degli altri. I fatti che lo riguardano, d’altronde, lo testimoniano in modo inequivocabile””. Sinceramente, dopo aver letto e riletto questa frase, non capisco cosa voglia dire l’on. Edmondo Cirielli. Se si parla di “statura morale” del ministro mettendola in discussione vuol dire che il PdL nazionale, e non soltanto quello locale, è davvero alla frutta. Insomma se il ministro dell’economia non ha la statura morale è segno che tutti noi dobbiamo veramente essere preoccupati di quello che da un momento all’altro potrà accadere, forse anche lì incriminazione penale del ministro più importante del governo nazionale in un momento così delicato per l’economia mondiale. Ma probabilmente Cirielli quando ha scritto questa frase era reduce da una giornata assolata e faticosa, perché perdere la testa in questo modo non è proprio da Cirielli. Ritornando al discorso dell’abolizione dei piccoli comuni con meno di 1000 abitanti e delle provincie con meno di 300mila abitanti mi sembra davvero inverosimile che la “politica”, di destra o di sinistra che sia, non riesca a ragionare se non in termini di potere politico territoriale trincerandosi dietro la scusa del patrimonio di identità, di cultura e di storia. Tutto per mantenere in sella centinaia di sindaci, migliaia di assessori e decine di migliaia di consiglieri, oltre ad un numero imprecisato di nominati, convenzionati, delegati e faccendieri di tutti i tipi. Insomma roba da far cadere le braccia se per spazzare via tutta questa gente ci vorranno anni invece che pochi minuti. Come accade in altri Paesi altrettanto civili e democratici come il nostro.
Mi sembra davvero che Cirielli abbia perso la testa. Dice bene Bianchini. Neanche Tino Iannuzzi si è sognato di dire una cosa del genere. Veramente siamo al disagio della politica.
Non è la prima volta che Cirielli da in escandescenze. Un’accusa così chiara, comunque, non l’aveva fatta neanche l’opposizione su Tremonti. Spero corregga il tiro nelle prossime ore.
Questo giornale non smentisce la sua natura di indipendenza dal potere. Oggi fa bene il direttore a bacchettare Cirielli che, secondo me, è andato fuori dalle righe della normalità.
Sto seguendo il dibattito apertosi sui Piccoli Comuni e su questo giornale. Secondo me a questo punto si apre una frattura nel rapporto tra nzo Fasano e Edmondo Cirielli perchè il senatore, giustamente, la pensa in maniera diametralmente opposta a Cirielli. Tanto che si è rizelatro anche Salvatore Gagliano contro Fasano. Insomma un guazzabuglio da vecchia politica. Peccato!!
La questione è di fondo e affonda le radici nella nostra insipienza politica e amministrativa. Il dibattito non cresce, dopo due giorni i giornali, oggi, non ne parlano più. Onorfe e merito, quindi, a questo giornale (peccato che sia online!!) che cerca di mantenere vivo il dibattito.
Quello che sta accadendo nel nostro Paese è la dimostrazione di quannto sia supoerficiale, per non dire impreparata, la politica in generale. Qui va tutto bene fino a quando si parla solo di un argomento, quando si passa alla fase attuativa si scatenano le prese di posizione per dare fastidio e far perdere tempo. Da anni si chiacchiera sull’abolizione delle Province e ora che è arrivata una proposta minima non si capisce più niente. Ma insomma le riforme le vogliamo o no.
Non è bello evocare passate esperienze autoritarie, ma qualche volta in questo Paese verrebbe davvero voglia di qualcuno che prenda le redini in mano fermamente, altrimenti è la deriva politica e amministrativa.