SALERNO – In data 5 novembre 2011 avevo già trattato il caso, molto complesso, del giovane Carmine Parisi, ventiquattrenne agropolese, militante tra i Giovani Democratici. All’indomani della sua prima sospensione cautelare dal partito per tre mesi (era il 6 ottobre 2011), perché attaccava in continuazione sul suo giornale il sindaco Franco Alfieri per il “sacco edilizio del Cilento”, il giovane Carmine pare si fosse lasciato andare ad una espressione che suona pressappoco così: “E al sindaco De Luca che spara a zero sul Partito che cosa dovrebbero fare?”. In quella occasione cercai di dargli qualche consiglio per evitare grane successive, non mi ascoltò (come accade sempre per i consigli non pagati!!) e le grane sono puntualmente arrivate con la “sospensione effettiva di sei mesi dal partito” e con il rischio del mancato rinnovo della tessera. Ha raccontato la sua brutta esperienza ad una convention di “giovani democratici” ad Eboli ed è stata acclamazione generale, quasi un trionfo, segno che i nomi dei “potenti del partito” sono per i giovani una specie di “peste da evitare”. Nell’autunno scorso il giovane Parisi probabilmente aveva scoperchiato la pentola degli appalti per i lavori pubblici, aveva messo in risalto la cementificazione selvaggia di zone incontaminate del Cilento, i suffragi elettorali di stampo bulgaro ottenuti sia dal suo sindaco Alfieri che da quello più potente di Salerno. Per la nomenclatura del PD è tutto sbagliato, fino al punto che qualcuno (facile intuire chi!!) ha definito il giovane Parisi “un rompicoglioni non degno di far parte del partito dei grandi” costringendo la Commissione Disciplinare del PD a sospenderlo nuovamente. Sarebbe interessante, oggi, sapere cosa ne pensa il segretario provinciale del PD, Nicola Landolfi, della sospensione del giovane Parisi che a sua discolpa ha depositato ampi carteggi, numerose delibere e ritagli di giornali. Sarei curioso di conoscere il pensiero del giovane Nicola Landolfi alla luce della recente inchiesta giudiziaria denominata “Due Torri” nella quale sembrano essere coinvolte alcune personalità del PD. Ma che cosa avevo consigliato nel novembre 2011 al giovane Carmine Parisi: “Dunque, caro Parisi, il sindaco Vincenzo De Luca è unico, ed è unico non soltanto a Salerno ma in tutto il Paese, dalle Alpi alla Sicilia. Il mitico sindaco di Salerno ha prima coniato uno slogan, poi è entrato nell’immaginario collettivo ed infine ha creato intorno a se ed ala sua figura un vero e proprio luogo comune. Sulla base di questo luogo comune tutto è possibile per il solo De Luca e l’opinione pubblica è disposta a concedergli tutto, nel senso che solo lui può dire e fare quello che vuole, al di là ed al di sopra dei partiti. Sbaglia Parisi quando dice che a lui, diversamente da De Luca, è stato riservato un trattamento brutale per il fatto che De Luca è sindaco di Salerno e lui è un semplice militante. Non è così. A De Luca è concesso tutto perché si chiama De Luca ed anche perché è riuscito in tanti anni a creare intorno alla sua figura una specie di scudo protettivo sull’onda emozionale di un consenso popolare che in Italia non trova uguali”. Oltretutto una cosa quasi simile l’aveva già detta Goffredo Bettini, che ubbidiente non è ma che certe contestazioni nel Partito le fa con garbo e stile e non in maniera rozza come forse le ha fatte Parisi. La classe non è acqua, e in questo senso Carmine Parisi ne deve ancora fare molta di strada, tanto in quel partito non lo ascolterà più nessuno.
direttore: Aldo Bianchini
Voglio esprimere solidarietà a Parisi,a prescindere dal merito e dalla veridicità delle sue affermazioni.In primo luogo perchè chi sta fuori dal coro e dice delle cose deve essere garantito (fino a prova contraria!) mentre nella politica annacquata di solito non si deve disturbare il manovratore.Anche io come lui ho dovuto lasciare il mio partito per divergenze con il manovratore,ma sento che se le cose che si sostengono sono vere…la verità,prima o poi,verrà fuori.Coraggio Parisi,almeno non sei “un’anima morta”!