Aldo Bianchini
SALERNO/VIETRI – La tipica espressione inglese “Oh My God” (Oh! Mio Dio) per stigmatizzare comunque e dovunque tutte le cose che appaiono vergognose o poco funzionanti è stata quasi clonata e distorta dai turisti “americani”. Questi ultimi la pronunciano ad ogni battuta di lingua, anche quando forse non c’entra affatto con le cose che vogliono mettere in brutta evidenza. Nel caso, però, della disavventura che mi accingo a raccontarvi i due turisti americani (una coppia) avevano tutte le ragioni per mandare a quel paese tutto e tutti. L’avventura comincia nel tardo pomeriggio di martedì 10 luglio 2012 in una Salerno in preda ad un caldo spaventoso e con il rischio bomba immanente. I due giovani turisti, giunti in città in proprio e con autovettura presa in fitto, si fermano in Piazza Amendola e parcheggiano nelle strisce blu. Prima difficoltà capire quanto, quando e dove devono pagare il ticket, la cosa per uno straniero è un po’ problematica ma i due, aiutati da un volenteroso e casuale passante, la superano agevolmente. Incominciano a passeggiare e giustamente si infilano sotto i portici del Comune anche per ripararsi dal sole cocente e dalla calura asfissiante. Tra il tabacchino e l’ingresso del Comune qualcuno ha fatto cadere un po’ d’acqua sulla pavimentazione che è pericolosissima e contro ogni regola di prevenzione antinfortunistica. La giovane ed anche incauta turista poggia il piedino sulla macchia d’acqua e parte subito in una clamorosa scivolata, perde l’equilibrio e sbatte per terra. “Oh my God” grida la turista!! Fortunatamente non batte il capo e viene subito rialzata dal compagno con tanto di zaino sulle spalle. Non è successo niente, soltanto un grosso spavento. Qualcuno, però, dovrebbe prendersi la briga di applicare sulla pavimentazione delle strisce antiscivolo. Non è una cosa impossibile e credo che neppure il Soprintendente oserà manifestare qualche contrarietà. Ritorniamo ai due turisti. Cosa fare!!, non c’è di meglio che accomodarsi sulle invitanti poltrone dello “089” (prestigioso bar-gelateria-rosticceria del centro città). I due ignari turisti si siedono su una delle poltrone poste proprio dinnanzi l’ingresso principale del bar. Ordinano una “Coca Cola” a testa e due calzoni (sono quasi le otto di sera!!). Felici incominciano a bere ed a mangiare. Sul più bello un tonfo clamoroso rompe la monotonia del tardo e sonnacchioso pomeriggio; da uno dei finestroni della sala al primo piano del bar precipitano verso il basso ben cinque grossi e pesanti vassoi di metallo. Sfiorano i due turisti e piombano pesantemente su un divanetto fortunatamente vuoto. “Oh my God !!”, risuona ancora più forte il grido della giovane turista. Dagli addetti al locale neppure un accenno di scuse. Anche altri ospiti restano senza fiato mentre i due americani si alzano e si allontanano parlottando tra loro in un inglese incomprensibile. Forse imprecano verso una Città che, almeno dalla pubblicità della loro agenzia internazionale, è stata propagandata come “la più bella città europea”. “Oh my God !!” ripete la giovane guardando indietro mentre si allontana con il compagno verso Piazza Amendola. Salgono in macchina e giunti nei pressi del Teatro Verdi cercano di dirigersi verso il porto, vogliono vedere sia Piazza della Libertà che la Stazione Marittima, macchè!! tutto bloccato, c’è una bomba. Un agente, con una pancia macroscopica e un atteggiamento di sufficienza, cerca di spiegare l’accaduto e, bofonchiando, sussurra tra se e se che è colpa degli antenati dei due turisti se c’è la bomba. “Oh my God !!” ripete, ormai stravolta, l’americanina. Disperati i due si fermano lungo Via Indipendenza, ritrovano l’occasionale passante che avevano incontrato prima in Piazza Amendola. Quest’ultimo li incoraggia, riesce a spiaccicare qualche parola di inglese e consiglia ai due di recarsi a Vietri sul Mare, giù alla Marina, perché lì troveranno la serenità dopo una giornata intensa. Arrivano nella mitica (si fa per dire!) Marina di Vietri intorno alle 21.35 e seguendo le segnalazioni imboccano sulla sinistra la stradina per il parcheggio a pagamento (non custodito) improvvisato sul terreno dell’ex campo sportivo. La visione è spettrale, un lago d’acqua blocca letteralmente l’ingresso ampio del parcheggio con barriere. Poco importa, i due sono in macchina e riescono ad entrare. Il problema si presenta loro per uscire, devono fare molta attenzione per non affondare con i piedi nella pozzanghera. Un signore grida “Vorrei sapere chi ha pompato tutta quest’acqua?”. Una voce femminile, piuttosto grintosa, risponde decisa: “Sono stata io, perché?”. E’ una vigilessa, piccola ma molto sveglia. Il signore cerca di far capire che, anche per i turisti, non è una bella cosa. “L’acqua è necessaria altrimenti si alza la polvere” è la risposta laconica della vigilessa che si richiude lestamente nella sua garitta. I due giovani turisti si guardano negli occhi, ritornano sui loro passi e riconquistano la loro autovettura. Forse hanno paura anche di prenderle, perché a questo punto è possibile tutto. “Oh my God !!” continua a ripetere la giovane turista. Ovviamente nella fretta affondano con i piedi nell’acqua e conseguentemente imbrattano i tappetini puliti dell’autovettura presa in fitto. I fanalini di posizione si perdono nel buio della sera. Probabilmente non ritorneranno mai più nella “città più bella d’Europa” e neppure nella mitica “Marina di Vietri sul Mare”. E’ amaro doverlo dire, ma dalle nostre parti davvero siamo ancora lontanissimi dalla cultura dell’accoglienza. I sindaci di Salerno e di Vietri facciano tesoro di questo racconto.