SALERNO – Sarebbe stata la quinta udienza quella del 3 giugno scorso dinanzi al G.d.P. Dr. Mazza per l’interrogatorio di Lorenzo Grimaldi, cancelliere del Tribunale Ecclesiastico Salernitano, imputato del reato di diffamazione aggravata (art.595 comma 2° c.p.) nei confronti dell’avv. Francesco Casale del foro ecclesiastico salernitano. E invece nulla: udienza rinviata al prossimo 28 ottobre per “malattia” del difensore del Grimaldi avv. Alfonso Landi. Questo appuntamento era ancora più interessante dopo il servizio-inchiesta mandato in onda dal programma televisivo “Le Iene” di Italia/1, il 10 marzo scorso, che smascherava un avvocato del foro ecclesiastico salernitano, che dice di aver studiato all’ “Angelicum”, che senza titoli idonei, come da lui stesso ammesso, ma con l’aiuto proprio del cancelliere, col quale vantava una stretta amicizia, non solo patrocinava in modo illegale ed illegittimo dichiarando tra l’altro candidamente di appartenere “ad una schiera di avvocati preoccupati solo di raggiungere uno scopo”, non importa come, ma esplicitamente chiedeva “bustarella” e compensi fuori tariffa prestandosi a “costruire” un falso caso di nullità di matrimonio, svelando e confermando così ulteriori anomalie del funzionamento del Tribunale Ecclesiastico Salernitano che già erano emerse attraverso il materiale probatorio fornito dall’Avv. Casale e le indagini della Procura della Repubblica sul ruolo e comportamento del Grimaldi di cui il delitto di diffamazione è solo uno degli aspetti incresciosi e penalmente perseguibile dalle autorità italiane.
La storia in breve è la seguente:
venuto a conoscenza, nel gennaio 2007, che il Grimaldi si era reso protagonista di gravi e continuati atti di violazione di legge, intromissioni indebite nella competenza dei giudici e degli avvocati, denunciate agli Organi Superiori di Roma anche da uno dei giudici del Tribunale, di gravi e reiterati insulti e diffamazione, di tentativi di discriminazione e di gravi lesioni della deontologia professionale, l’avv .Casale, dopo aver inutilmente richiesto l’intervento degli organi superiori con ripetute missive (allegate alla querela-denuncia) in particolare al Vicario Giudiziale Mons. Michele Alfano, senza ottenere alcuna risposta nel merito, si rivolgeva alla Procura della Repubblica con un circostanziato e documentato esposto-querela indicando anche autorevoli testimoni.
Il Grimaldi veniva rinviato a giudizio con decreto del 17 ottobre 2008. Dagli atti emerge una strana strategia processuale della difesa dell’imputato: accetta l’acquisizione delle deposizioni dei testi rese dinanzi al P.M. (implicitamente ammettendo di non avere argomenti per confutare le accuse) e si attarda in una improbabile ricerca di un complotto interno al mondo ecclesiastico di cui l’avv. Casale sarebbe il terminale ultimo e strumentale.
Infatti le testimonianze dei due avvocati i quali avevano chiesto informazioni in cancelleria per inoltrare una causa e che dichiarano di essere stati pilotati dal cancelliere nella ricerca di un patrono con garanzia di successo e speditezza se si fossero rivolti al legale amico del cancelliere, con evidente scorrettezza deontologica, non vengono minimamente confutate; le testimonianze del giudice Greco del Tribunale Ecclesiastico che parla e scrive agli organi superiori di gravi intromissioni del cancelliere oltre le sue competenze, con ingiurie gravi all’indirizzo dell’ avv. Casale, vengono acquisite senza opposizione della difesa; le testimonianze dell’allora Cancelliere Generale della Curia e del Vice-Cancelliere cui si rivolgeva il Grimaldi unitamente al suo protettore il defunto giudice Schiavini nel tentativo di trovare sostegno alle sue azioni discriminatorie nei confronti di avvocati a lui non graditi e con parole ingiuriose nei confronti dell’avv. Casale non vengono affatto smentite.
In tutto ciò c’è un silenzio assordante: quello delle autorità ecclesiastiche più preoccupate di capire come si sia potuto squarciare il velo di omertà che ha consentito all’avv. Casale di denunciare aspetti gravissimi all’interno del Tribunale Ecclesiastico che di dare una chiara ed eloquente risposta di verità di trasparenza e legalità. C’è il rischio, per questo ulteriore scandalo della chiesa salernitana, che si ripete la dinamica dei purtroppo ricorrenti casi di pedofilia in cui una chiesa “distratta” e “ingenua” fatica a fare chiarezza al suo interno dinanzi all’opinione pubblica sconcertata; e quando lo fa nel farlo sembra più costretta da circostanze a lei esterne che mossa da sincera volontà di trasparenza e giustizia.
All’udienza del 3 giugno scorso l’avvocato del Grimaldi è malato: non vorremmo che si trattasse di una malattia diplomatica di natura dilatoria perché in una materia così delicata per la vita delle persone c’è bisogno di verità e lealtà. E mettendo insieme alcuni frammenti di notizie sappiamo che l’avv. Landi, oltre che patrocinante, è amico del cancelliere, imputato nell’odierno processo penale, ha studiato all’ Angelicum, non figura nell’albo degli avvocati del Tribunale Ecclesiastico Salernitano ma ha difeso e difende in detto Tribunale. Una domanda viene spontanea: “ Possibile che possa essere lui il protagonista dell’inchiesta-scandalo delle Iene?”.