PAULA – E’ la seconda vota che in pochi giorni ritorno sull’incidente mortale occorso a Michele Vecchio in attualità di lavoro dipendente mentre era in servizio presso il laboratorio di marmi della ditta F.lli Cancellaro di Padula. Lo faccio per segnalarvi un’altra anomalia dovuta alla fretta quando si vuole inseguire, a tutti i costi, la responsabilità di qualcuno. Fatalmente si commettono degli errori di leggerezza. Lo scrivevo nell’articolo precedente che quando si conducono indagini per un infortunio mortale sul lavoro è necessario entrare nel cantiere in punta di piedi ed operare con il massimo della cautela, senza protervia e senza arroganza, andando sempre alla ricerca della verità e non di una verità. Nei giorni scorsi era apparsa sui giornali un’altra notizia falsa, elargita da qualche incauto attore con il miraggio di fornire notizie di prima mano. La notizia riguardava l’effettuazione dell’autopsia sul cadavere del Vecchio. Una cosa normalissima in casi del genere. Ed era stata fornita anche la notizia sulle generalità del medico legale che avrebbe eseguito l’esame autoptico: Adamo Maiese, medico legale dirigente della Asl/Unica. Una grossa patacca anche questa. Il medico che ha eseguito l’esame esterno del cadavere del Vecchio non ha ritenuto necessario l’esame autoptico e la salma è stata restituita ai familiari. Tanto è vero che le esequie del povero Michele sono state celebrate appena un paio di giorni dopo il grave incidente. Errore gravissimo, a mio sindacabile giudizio. Errore gravissimo sia del medico che del PM che ha avallato con apposita ordinanza la richiesta del sanitario. Un caso difficile da spiegare, un caso che si complica sempre di più. Ma c’è ovviamente dell’altro, tanto altro. Tutta la verità ve la racconterò sul n.3 della rivista “Città Vallo” che troverete in edicola a partire del 28 giugno prossimo.
direttore: Aldo Bianchini