GIACUMBI: la lapide e il commento di Cirielli

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Ho già scritto in precedenza che il personaggio Nicola Giacumbi (procuratore della Repubblica di Salerno ucciso dalle Brigate Rosse la sera del 16 marzo 1980) si è detto e parlato ancora molto poco, tantissime sono le sfaccettature attraverso le quali riscoprire e definire l’identità di un uomo che sicuramente ha dato la sua vita  per la libertà di tutti noi; un delitto sul quale ci sarebbe ancora tanto da scoprire perché, come dicevo nel precedente articolo sembra quasi esse di fronte ad un fatto delittuoso che la comunità salernitana tende a sottovalutare se non addirittura a nascondere.

Ad irrobustire questo mio pensiero è arrivata la secca  dichiarazione del vice ministro degli esteri On. Edmondo Cirielli che a stralcio qui si seguito potete leggerei:

 

  • Offesa la sua memoria censurando chi l’ha ucciso Dispiace polemizzare sulla morte di un uomo di Stato nell’adempimento del Dovere, ma si è offesa la sua memoriacensurando la mano di chi lo ha vilmente assassinato. Erano terroristi comunisti … Sulla targa – ha censurato Cirielli – non compare alcun riferimento alle Brigate Rosse, l’organizzazione terroristica di estrema sinistra, che lo uccise”.

 

Sottoscrivo parola per parola il pensiero del Vice Ministro; e aggiungo che è proprio nelle parole dell’on. Cirielli che si legge tutta la piccolezza provincialità di una città che, pur di non disturbare la tranquillità delle cosiddette “grandi famiglie” alle quali appartenevano gran parte dei componenti la famigerata colonna “Fabrizio Pelli” delle B.R., preferì scegliere la via del fragoroso silenzio e del repentino oblio.

Sono in tanti, ancora, i viventi di quella colonna; alcuni di essi non si sono mai pentiti; pochi si sono reinseriti nella società civile ed altri non hanno mai capito cosa sono stati capaci di fare perché, forse, spinti dalla noia quotidiana delle loro vite agiate e da false ideologie.

E così si è andati avanti per decenni, esttamente quarantacinque anni, da quel tragico evento quando il procuratore Giacumbi, con la moglie, tornava verso casa dal cinema Capitol dove aveva assistito alla proiezione del famosissimo film “Kramer contro Kramer” (un film del 1979 diretto da Robert Benton e interpretato da Dustin HoffmanMeryl Streep e Justin Henry, adattamento dell’omonimo racconto scritto da Avery Corman nel 1971).

Su un giornale ho letto, in questi giorni, una riflessione su un particolare momento che precedette la barbara uccisione; momento in cui l’on. Carmelo Conte una sera tardi si trovò di fronte, sul corso Vittorio Emanuele, ad alcuni manifesti che spingevano il vento in favore della strategia del terrore e dell’odio personale (a conferma del fatto che in quel periodo storico si era o si diventava brigatisti per tendenza e per noia).

Il fatto, quel fatto, è più complesso di come descritto da quel quotidiano e ci fornisce anche nomi e cognomi di quei congiurati sui quali mai nessuno, magistratura compresa, ha fatto ciò che era doveroso fare. Ma su questo ci sarà tempo e modo di ritornare.

 

 

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