L’ORA DEL SILENZIO 

da Angelo Giubileo

C’è un tempo per ogni cosa. Il canto del Qoelet sembra stridere con l’annuncio del pontificato di Bergoglio e con la visione della Chiesa di Roma post Concilio Vaticano II, tale che lo stesso Bergoglio diceva: “Sento che il Signore vuole che il Concilio si faccia strada nella Chiesa. Gli storici dicono che perché un Concilio sia applicato ci vogliono cento anni. Siamo a metà strada”.
Esattamente, a quasi sessant’anni dalla chiusura del Concilio di Giovanni XXIII nel giorno dell’8 dicembre 1965.
Il messaggio più fragoroso, riecheggiato dall’elezione di Bergoglio conseguente alle dimissioni storiche di Ratzinger, è stata la ricerca di una pace in presenza di “una terza guerra mondiale a pezzetti”.
Espressione del Pontefice che, da gesuita, ha scelto il nome di Francesco, e cioè per antonomasia il nome del povero di Assisi.
Ora, è assurdo pensare di esprimere un parere, più o meno significativo, sul suo pontificato. Ora, invece, è lecito pensare che per la Chiesa di Roma si apra un’altra e nuova fase, relativa principalmente agli accordi di pace in corso per la risoluzione della guerra sia europea che mediorientale.
C’è un tempo per ogni cosa e ora è il tempo del silenzio.
Requiescat in pace.

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