Aldo Bianchini
SALERNO – La Salernitana Calcio è una delle tante espressioni, forse la prima, della “pura salernitanità”; un purezza che purtroppo sfuma giorno dopo giorno, e non soltanto per le due facce, pretestate e contestate, del suo protettore San Matteo.
La Salernitana, per i tifosi, più che una squadra di calcio è un simbolo splendente che irradia salernitanità in tutto il mondo; insomma non si può essere salernitani puri se non si passa attraverso l’amore per la sua squadra di calcio.
Ora è arrivato il momento della verità, bisogna crederci per continuare ad esserci; questo è il messaggio che deve arrivare nella mente e nel cuore di ogni singolo calciatore; non basta dire che Salerno affascina con le sue bellezze e con la sua ospitalità; bisogna crederci e provarci.
La salvezza è lì a portata di mano ma alle spalle c’è un baratro che cerca di risucchiare tutto e tutti e se si cade nel baratro potrebbe anche essere l’inizio di un precipitare senza freni fino nell’abisso delle serie inferiori del calcio da dove difficilmente si viene fuori.
Il presidente sembra essersi riavvicinato alla squadra, l’allenatore sembra crederci, così come diversi calciatori; serve, quindi, la spinta collettiva ovvero quel famoso “amalgama” che il compianto Filippo Troisi voleva comprare quando rispose ad una storica domanda del mitico giornalista sportivo Giovanni Vitale.
Mancano poche ore alla prova senza appello in quel di Cittadella; nel tardo pomeriggio di domani sapremo.