da Antonio Cortese (docente – giornalista)
Anche quest’anno si svegliano poco o tardi le paladine dei diritti rosa ma solamente per festeggiare con torte mimosa e spumantino.
Filomena Gallo e Giorgio Colarieti intervistati dalla redazione di Tommaso D’angelo la settimana scorsa infatti rivelano che ben pochi si preoccupano dei temi finiti ad ammuffire le solite chiacchiere rimaste dal carnevale passato.
Procreazione assistita, “turismo procreativo” e crisi delle natalità dibattute dai due professionisti sono poche vox clamans in deserto dell’informazione viceversa sbandierata a vanvera.
Se posso commentare i due temi, darei ragione all’ostetrico ma non all’avvocato poiché la giurisprudenza internazionale insieme all’industria farmaceutica non sta facendo altro che favorire da lunghi anni una “fuga delle nascite”.
Premetto inoltre che le donne professioniste facendosi strada in società ottengono sovente più l’affermazione di sé stesse e non dei diritti di cui si fanno vessillo.
L’esagerazione di ciò che oramai é divenuto un vittimismo controproducente anche di moda nelle tattiche politiche o di vita in generale, produce effetti contrari a quelli dichiarati, come appunto i disservizi segnalati da Colarieti fino ai casi di squallido matrimonialismo che sta lasciando ovunque donne orfane, vedove e neo-zitelle.
Già nel 2024 é stato riconsiderato un diritto di aborto arrivato a pretese di abuso da parte di un genere che fa della propria emancipazione un autogol continuo, perché ottenuti gli stessi diritti del sesso forte ha cominciato a dimostrare gli sbugiardamenti ex natura.
All’evidenza ex natura di una parità impossibile, si rivelano dal ’68 degenerazioni nella società che complicano, rallentano e ingrippano il normale funzionamento nelle istituzioni e nel mondo civile e del lavoro.
Se almeno in Italia, per Costituzione, i valori cattolico-cristiani stanno a temperare la vita civile, i legislatori dovrebbero cominciare a saper distinguere la propria dignità dai trend internazionali postmoderni, facendo modo che l’identità di una nazione si faccia valere per principi propri; da affermare appunto nonostante il progresso di mera propaganda scientifica.
Uteri in affitto e “bestemmie” di simile tipologia vanno a mio avviso rimandate al cinismo secolarizzato fuori le mura domestiche, affinché la morale della domenica non sia inoltre una vana affacciata al balcone dell’ipocrisia dilagante. Il risultato degli ultimi trenta o quaranta otto marzo é infatti una società più disumana che progressista.
Insomma l’Italia dovrebbe dire stop a codesti “omicidi assistiti” autorizzati da lobby sovraniste che inebetiscono di parafarmaceutica tramite i media milioni di persone, propinando consigli medici senza ricetta, per mali che quasi nessuno davvero lamenta se non facendosene indurre una psicotica patologia, essendo i cittadini esposti a ripetitivi e convincenti bisogni indotti dalle réclame.
Tali prassi, qualora difese dalla giurisprudenza internazionale vanno altresì rinnegate tenendosi fermi ai propri principi altrimenti ne risente il sano funzionamento della nostra società civile, col risultato che le emancipazioni vanno a farsi friggere e si affermano invece solo poche attrici che domani non avranno difeso nessun otto di marzo se non l’andazzo contrario, date le statistiche e i risultati ogni giorno al ribasso per il sesso debole.
Le donne italiane dovrebbero decidersi, in conclusione, senza pretendere l’utero pieno e il diritto ubriaco. Una volta nell’Italia dei tre figli di media a famiglia le ragazze meno fortunate si prestavano per allattare o nella vita domestica: pretendere ad ogni costo o per capricci infantili soluzioni per la maternità o di gestazione, invece di soddisfare il proprio bisogno materno, snaturando valori e natali. sta portando forse all’evoluzione delle leggi in rosa, complimenti, ma allo stesso tempo all’estinzione della donna e della famiglia italiana.
Se le pazienti in questione sono “costrette” al turismo di cliniche all’estero, un “buon viaggio e torni presto” sarebbe il miglior augurio auspicabile, perché la sanità nazionale ha già ben altro da sistemare soprattutto le madonnine nei reparti.