Nicholas Konradsen riscopre il suono antico della lira anglosassone con un album senza tempo

 

da Vincenzo Mele (giornalista)

La lira anglosassone è uno degli strumenti più antichi ancora oggi impiegati; presenta una struttura semplice con sei o sette corde ed è stata la principale voce della musica delle isole britanniche durante l’Alto Medioevo. Scomparso gradualmente dopo la conquista normanna dell’Inghilterra, secondo alcuni storici persino osteggiato in quanto simbolo della lingua e della cultura anglosassone, questo membro della famiglia dei cordofoni, parente dell’arpa, è stato riscoperto soltanto negli ultimi decenni a seguito di importanti ritrovamenti archeologici. Esemplari, interi o frammentari, di lira anglosassone, quasi tutti risalenti ai secoli V-VIII, sono stati rinvenuti in scavi come quelli di Sutton Hoo, Snape, Taplow e Abingdon; questi ritrovamenti hanno portato nelle ultime decadi ad un’ondata di nuovi studi di diversa natura, ma anche ad un rinnovato interesse da parte di liutai e musicisti. Uno dei principali artefici della riscoperta di strumenti medievali dimenticati è senza dubbio il giovanissimo liutaio e polistrumentista Nicholas Konradsen, originario della splendida Louth, Lincolnshire.

Il nuovo disco del ventiduenne artista delle Midlands, già autore di pregevoli ricostruzioni delle cornamuse del Lincolnshire e di numerosi altri strumenti, si intitola ‘The Last King of lindesey, un riferimento allo storico regno, più o meno coincidente con il moderno Lincolnshire, che fiorì tra il V ed il VI secolo e che fu poi assorbito dalla Mercia. L’album è incentrato sulla lira, sul suo suono etereo e delicato e sulle suggestioni legate alla contea natia dell’autore. Sette tracce, alcune nate da improvvisazioni, altre da elaborazioni di brani antichi, sei pezzi strumentali sospesi tra vecchio e nuovo, tra tradizione e musica da composizione, più una canzone secolare duecentesca, il tutto avvolto dal dolce riverbero della lira nella sala di registrazione, nient’altro che il salotto di Konradsen, regalano un viaggio musicale ipnotico e raffinato.

Anche se lungo poco meno di ventitré minuti, ‘The Last King of Lindesey’ riesce perfettamente a trasportare l’ascoltatore in una dimensione lontana dalla frenesia del nostro mondo moderno, in terre antiche, verdi e vaste, ricche di storia così come artisticamente feconde. Dalla splendida The Island in the Pool che apre il disco con intriganti variazioni alla sinuosa Witham, chiamata così dal fiume che serpeggia per il Lincolnshire toccando città antichissime ed importanti come Grantham e Lincoln, dall’impressionista Hlud all’epica title track che chiude l’album, tutto parla di bellezza, arte, storia e delicatezza; tutto è genuino, ma anche giustapposto, pause incluse; tutto è decisamente, inequivocabilmente inglese; alla faccia di pregiudizi e luoghi comuni anglofobi tanto in voga oggi.

Un dettaglio che rende il tutto ancora più magico è il fatto che le due lire impiegate da Konradsen sono due ricostruzioni di altrettanti strumenti del VII secolo da lui stesso realizzate; ennesima prova dei mille talenti di questo astro nascente della musica britannica. ‘The Last King of lindesey’ è disponibile su tutte le maggiori piattaforme di streaming, su Bandcamp e su Youtube.

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