da Maria Giovanna Santucci
“Il treno dei bambini” è un film diretto dalla regista Cristina Comencini, liberamente ispirato al romanzo di Viola Ardone, e da qualche giorno, visibile su Netflix.
Un cast di rilievo con Serena Rossi, Barbara Ronchi, Christian Cervone, Francesco Di Leva e con la partecipazione straordinaria di Stefano Accorsi.
Una storia commovente, ispirata ad un fatto vero accaduto nel dopoguerra: un viaggio attraverso la miseria, le difficoltà e le sfide affrontate dalla popolazione napoletana dell’epoca, raccontate attraverso lo stupore del piccolo Amerigo che, con i suoi occhi grandi, affronta con semplicità disincantata le mancanze della vita, non solo quelle materiali ma anche quelle del cuore.
Una narrazione attenta, intima, a tratti commovente, il film esplora temi come la maternità, il divario Nord-Sud, e il sacrificio. Antonietta: la madre biologica, che da sempre è a disagio nel dimostrare l’amore, perché indurita dalle difficoltà della vita; una scelta dolorosa la sua, ma, necessaria per il bene di suo figlio. Derna: la madre adottiva temporanea, che costruisce con Amerigo un legame fatto di crescita reciproca. Si scopre madre, si affeziona, lo aiuta a superare la separazione da Antonietta e lo protegge. Questo duplice rapporto materno, unito al contesto storico e sociale, regala una narrazione delicata che fa riflettere sulla parola “amore”, sulla resilienza e sul potere trasformativo della solidarietà.
Girato in parte nella città vecchia di Salerno, all’interno del centro storico, affascinante palcoscenico e ambientazione perfetta: i vicoli di via Tasso le stradine strette e tortuose, le piazze, i gradoni della Madonna della Lama, gli edifici storici e le chiese antiche della città hanno offerto un’atmosfera carica di storia e hanno dato un senso di autenticità, ricreando un ambiente suggestivo e pittoresco riferito a quel periodo storico. Attori e tante comparse, tra queste ultime ci sono anch’io assieme a tanti altri salernitani. Anche se solo per pochi secondi o pochi minuti, in un fuori campo e senza proferire parola, i figuranti fanno parte della magia del film, sono lì per contribuire alla creazione di qualcosa di speciale.
Stare sul set di un film, vivere da vicino la realizzazione dello stesso, incontrare attori, registi, avere la possibilità di scambiare qualche parola con loro, vedere tutta l’infrastruttura che sta dietro le quinte, dai camerini al trucco e parrucco,agli strumenti tecnici, fino agli effetti speciali, è un’esperienza intensa ed emozionante.
Un grazie a tutti: è stato bello farne parte!
In particolare mi fa piacere ricordare; la piccola e bella Gaia Calivà.
Le mando un saluto affettuoso, sei stata attenta e bravissima durante tutte le riprese.