Aldo Bianchini
SALERNO – Sul terremoto dell’80 ho scritto davvero tantissimo ed ho anche confezionato alcuni speciali televisivi all’epoca in cui mi divertivo in tv; davvero oggi a 44 anni di distanza da quel tragico evento trovo poco spazio per l’immaginazione e per lo stesso racconto di quelle ore – settimane drammatiche e degli inutili decenni trascorsi senza una conclusione logica di tutto quel grande progetto di soccorsi e di ricostruzione messi in atto dal quell’insuperabile Giuseppe Zamberletti che cambiò la stori del Paese inventando dal nulla la protezione civile nazionale.
GIUSEPPE ZAMBERLETTI: Il sottosegretario di Stato, Giuseppe Zamberletti, aveva già guidato l’emergenza e la ricostruzione in Friuli dopo lo spaventoso terremoto di pochi anni prima. Assolutamente indipendente, Zamberletti fu contestato quasi da tutti ma riuscì davvero a rimettere insieme i cocci dello Stato ed a ridare la speranza di un futuro migliore alle circa trecentomila persone senza casa. Inventò dal nulla il risarcimento alle vittime ed ai feriti (2914 vittime, 8848 feriti, 280mila sfollati, 77.340 case crollate e 275.260 gravemente danneggiate); riuscì a far passare il principio secondo cui tutte quelle vittime e quei feriti potevano essere ricondotte sotto la protezione dell’INAIL alla stregua di “infortuni sul lavoro”. Poi fu travolto e messo in soffitta per gli effetti negativi provocati dalla famosa Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul terremoto; una commissione inquinata fortemente dalla ondivaga politica.
All’epoca lavorai (come ispettore di vigilanza degli infortuni sul lavoro) per molti mesi nelle zone dell’Alto Sele per la distribuzione degli aiuti; di quei giorni ho memorizzato molto distintamente due particolari momenti cristallizzati nella storia a distanza di poche ore l’uno dall’altro:
LAVIANO 25 nov. 1980 — A Laviano scese l’elicottero bruno del Presidente della Repubblica Sandro Pertini (viaggio politico) e fu subito contestazione, rapida, violenta e senza tentennamenti; solo la figura e la fermezza di Pertini fermarono quell’accenno di rivolta nel paese realmente più distrutto e più colpito in numero di morti, sprofondò nel baratro della discordia ed ancora oggi non è stata del tutto ricostruita. Tragico il destino del sindaco di Laviano Salvatore Torsiello (ingegnere – Democrazia Cristiana) a causa delle pretestuose contestazioni fu inquisito ed arrestato la mattina del 19 luglio 1993 insieme ad altre sei persone rei, secondo l’accusa del pm Anita Mele, di associazione a delinquere, turbativa d’asta aggravata, falso materiale e ideologico; ma alla fine tutti assolti e Torsiello sarà assolto ben 105 volte grazie al suo prestigioso avvocato Marcello Giani.
BALVANO 25 nov. 1980 — A Balvano, in provincia di Potenza, scese l’elicottero bianco del Papa Giovanni Paolo II (viaggio religioso di conforto); messe, riti religiosi, un fiume di danaro, assistenza e solidarietà; il nome di Balvano, dove era crollata la Chiesa Madre che aveva causato la morte di decine di bambini, valicò subito i confini nazionali ed ebbe risonanza planetaria; dopo pochi anni è stata completamente ricostruita. Altra storia per Ezio Gregorio Di Carlo sindaco di Balvano (medico condotto – Democrazia Cristiana), mai una contestazione, mai un’inchiesta, la ricostruzione presa ad esempio e presentata in America come in Giappone ed elevata a simbolo dell’Italia nel mondo. Nel crollo della Chiesa Madre di Balvano persero la vita ben 66 bambini, e questo attirò l’attenzione di tutto il mondo.
COMMISSIONE D’INCHIESTA: Quella commissione era presieduta dall’allora semplice deputato DC Oscar Luigi Scalfaro che grazie “anche” alle oltre tremila pagina del suo rapporto divenne, poco dopo, Presidente della Repubblica. Una relazione, quella di Scalfaro assolutamente politica ed incentrata soprattutto per la demolizione sistematica delle ramificazione dell’enorme potere demitiano; da qui l’accanimento contro l’allora giovane sindaco di Laviano ing. Salvatore Torsiello che aveva addirittura scortato sottobraccio il mitico Sandro Pertini nel corso della sua visita nei paesi terremotati. Si scoprirono, dopo, diversi intrecci politico-affaristici che nella relazione erano stati sommersi sotto un mare di parole; e venne alla luca anche il più grande scandalo del terremoto, quello della Castelruggiano nella Valle del Sele. Ci fu un clamoroso processo che un giovane avvocato salernitano, Marco Martini, impegnato nella difesa del titolare della Castelruggiano, portò fino al punto di convincere il presidente di sezione penale del Tribunale di Salerno dr. Raffaele Oliva a citare tra i testi lo stesso autore della relazione, cioè il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro che a Salerno non venne mai e il processo si concluse con una lieve condanna comminata a quell’imprenditore che oggi non c’è più.
Anche questo ci ha lasciato il terremoto della grande paura.