Tribunale vecchio: le proposte scadute

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Già ho scritto sulla premura in corso. Ma purtroppo v’è la constatazione di totale ignoranza di vita universitaria.

A Fisciano studiano migliaia di calabresi, irpini, basilicani, gente di altre regioni, tanti stranieri e anche, anche, salernitani. Pretendere per capriccio di spostare il rettorato in uno dei primi e cinque e più importanti edifici della città significa dare voce o ascoltare persone in stato di totale mancanza di senno. Spiace che anche l’avvocato Cammarota  (non me ne voglia, che saluto con stima anche senza conoscerlo direttamente)* si sia unito forse più per buone relazioni ad un coro di confusi per la possibilità di una minima ipotesi del genere.

 

 A Salerno serve il turismo, l’incoming che faccia lavorare bar e ristoranti, negozi di ogni genere, lo shopping  e la vita commerciale insomma, delle due arterie economiche e vitali del corso, e del lungomare.

 

Se gli uffici servissero in loco non sarebbe stata costruita nemmeno la cittadella. Non sarebbe esisto alcun decentramento amministrativo dagli anni ottanta ad oggi. Leggo poi l’ennesima proposta dell’avvocato Falci ma risulta un boomerang di competenza dato appunto il trend che ha migrato tali servizi istituzionali alle periferie ovunque.

 

In un articolo precedente mi sono permesso di consigliare una soluzione alberghiera e ricettiva, polifunzionale e turistica. Ma non troverei logicamente altra soluzione se poi le alternative provengono da un antico livore di qualche salernitano frustrato. La sede del vecchio rettorato a piazza XXIV Maggio non reggeva la popolazione universitaria dei salernitani strutturalmente sia quantitativamente che urbanisticamente. Gli uffici suggeriti da Falci congestionerebbero comunque l’andirivieni dal dopolavoro ferroviario al centro cittadino, precludendo invece la vocazione turistica e di accoglienza alla vita di strade che se si chiamano “corso” e “lungomare”, sono terminologicamente destinate al tempo libero, degli abitanti, dei residenti e degli avventori.

 

Uffici per fare cosa poi? Per poter comodamente ottenere un duplicato di qualche laurea ottenuta negli anni sessanta… e per cinque fotocopie da parte di chi pigramente si stanchi di farsi cinque minuti di auto o pullman fino alla attuale ateneo? Ricordiamo che nemmeno l’intera isola é stata sufficiente tanto da dislocare una buona e grande parte della struttura a Baronissi. Non se ne vogliano coloro che nutrano ancora sentimenti di ingiusta appropriazione politico demitiana, ma gli atenei di una certa importanza sono dei Campus come nelle migliori città del mondo e pretendere l’inutile rivalsa campanilistica, infondata e incompresa, di un rettorato laddove al limite il palazzo potrebbe essere acquisito in ultima ipotesi poi, da una università privata, come  in Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e americhe, é palese ignoranza. Sarebbe bene spiegare a quei pochi attempati salernitani fuori dal mondo, anche professionisti, che non é stato rubato niente, non é stata rubata nessuna scuola o ateneo, é stata realizzata la sede degnamente ampia logisticamente e raggiungibile della zona ippocratica di riferimento proprio per dignità e lustro altrimenti irrealizzabile.

 

 

 

*Ribadisco in riferimento al contributo di Cammarota , se posso consigliare almeno in questo caso io a lui, di resistere sempre, per quanto lo conosco, indipendente e professionista, alle forze  concentriche di rincoglionimento generale.

 

 

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