di Maria Carmela Mugnano
Si è conclusa da poco la XXIV Settimana della Lingua Italiana nel mondo, che si celebra nella terza settimana di ottobre e che quest’anno ha avuto come tematica “L’italiano e il libro : il mondo fra le righe”. Il Comitato Dante Alighieri di El Palomar – Caseros in Argentina ha voluto, in questa occasione, intervistarmi per sviluppare un ampio e approfondito discorso sul libro, la scrittura e la cultura in generale, soprattutto intesa come civiltà di un popolo.
Ecco il link del video:
https://www.youtube.com/watch?v=4CoQrdW-79s
Tengo a dire che, dal punto di vista letterario, sono stata al centro di vari eventi e premiazioni in Basilicata, e per i Vostri meravigliosi territori ho scritto piccoli saggi.
Ma il patrimonio più bello che mi ha donato la Vostra Regione restano per me le tante amicizie lucane acquisite nel corso degli anni, una delle quali, fra le più preziose, è dall’altra parte dell’oceano…
E qui vorrei parlare, con affetto e stima, di Nuccia Sassone, l’insegnante che ha ideato, coordinato e introdotto il video che mi è stato dedicato, e che merita, per il suo grande amore per le radici lucane – che alimenta da una vita da Buenos Aires- di essere conosciuta e apprezzata in Basilicata.
Ma sarebbe meglio far parlare lei con questa lettera che ha scritto alla Direzione del Giornale.
Gentile Direttore,
La ringrazio calorosamente per offrirmi la possibilità di avvicinarmi ai lettori di Onda Lucana, sono anch’io lucana, nata a Rotonda, provincia di Potenza. Emigrata nel lontano 1954, insieme a mia madre Maddalena e mio fratello Francesco. Mio padre Pietro era venuto due anni prima, poco dopo la mia nascita, come tanti emigranti spinto dal desiderio di migliorare le difficili condizioni in cui versava la famiglia. L’Argentina in quegli anni era prospera, accoglieva volentieri gli italiani laboriosi, ma le condizioni di vita erano dure e l’adattamento faticoso. Ho sempre ammirato il coraggio e la resilienza dei miei genitori, non c’erano ostacoli per questa “tosta” coppia di lucani incaponiti a farcela ad ogni costo e … ci sono riusciti!
Come non amare la Lucania e, in particolare il mio caro paese Rotonda, di cui ascoltavo affascinata i racconti dei miei genitori, le lettere che mi venivano lette di mio nonno Giovanni che pregava mia madre di trasmettermi i valori della cultura nostrana, un mondo arcano e magico fatto da casette in pietra sparse sulla collina, sentieri serpeggianti fra boschi e montagne, il rito arboreo de “La Pitu e la Rocca” per onorare il Patrono del Comune, Sant’Antonio da Padova…
E così l’amore per la nostra armoniosa lingua ha preso il sopravvento durante gli anni dell’adolescenza e non mi ha più abbandonato. Dopo aver finito gli studi superiori, ho cominciato a studiarla regolarmente, concludendo la mia formazione pedagogica all’ “Instituto Superior del Profesorado Joaquin V. Gonzalez”, prestigioso istituto terziario di formazione per i docenti di italiano. Parallelamente allo studio formativo, ho iniziato a lavorare nelle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado come insegnante d’italiano nonché in alcune associazioni italiane tra le più importanti, che mi hanno concesso di migliorare la mia professione attraverso corsi di formazione in loco e in Italia:
– L’ Associazione Dante Alighieri Comitato Buenos Aires, dove sono fino ad oggi in attività, mi ha conferito una borsa di studio per realizzare il “Master in Didattica dell’Italiano a Stranieri” presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia e tanti corsi formativi, in particolare uno come intervistatore di esami internazionali PLIDA.
– L’Associazione Dante Alighieri EL Palomar – Caseros, con cui in questo momento collaboro come assessore culturale, mi ha permesso di frequentare un corso di formazione all’Università per Stranieri di Perugia, nonché diversi corsi formativi in loco, in particolare uno come esaminatore di esami internazionali PLIDA.
– L’Associazione Centro Molisano Monforte di cui sono stata direttrice e coordinatrice dei corsi di lingua e cultura italiana per ben 25 anni. Quest’istituzione è stata la mia vera palestra lavorativa perché era tutta da costruire dal punto di vista educativo, culturale e di rapporti consolari attraverso l’Ufficio Scolastico del Consolato Generale d’Italia a Buenos Aires. Ho anche elaborato il curriculum della scuola dell’infanzia “Pietro Testa” funzionante presso l’associazione.
Infine l’era digitale mi ha consentito di perfezionare i progetti culturali che ho sempre fatto con i miei studenti che sono davvero motivanti e coinvolgenti. Miriamo, nell’ elaborazione del “ prodotto finale” , a raggiungere un livello ottimale, cosa che per noi rappresenta una vera sfida da superare con spirito collaborativo. Ed è un modo di imparare “facendo”.
Continuo ancora oggi a insegnare la nostra dolce lingua con tanta passione e testardaggine da brava lucana, segni distintivi della mia personalità.
Torno a ringraziare la Direzione del Giornale per avermi dato l’opportunità di condividere con la comunità lucana l’amore per le nostre radici, tradizioni e cultura che fanno dell’Italia una nazione unica al mondo.
Saluti affettuosi.
Filomena (Nuccia) Sassone.
Vorrei concludere con un pensiero rivolto ai genitori di Nuccia e ai tanti genitori che sono emigrati nel mondo con le loro famiglie. Il loro amore per i luoghi che hanno dovuto abbandonare è stato enormemente trasmesso ai figli attraverso i ricordi personali, la cultura, le tradizioni… una grande ondata di appartenenza a una terra. Una sensazione che Nuccia, e tanti altri ragazzi nella sua situazione, hanno vissuto appieno quando hanno potuto finalmente visitare i luoghi di origine della famiglia. Nuccia li ha sorprendentemente “riconosciuti” quando, giovanissima, ha fatto il primo viaggio in Basilicata, perché erano già dentro di lei, strada per strada, casa per casa, pietra per pietra, attraverso i racconti dei suoi genitori che da piccola ascoltava come fossero fiabe. Ma quello che non si aspettava è stato il grande affetto della gente che l’ha amorevolmente accolta nel suo paese, persone che avevano conosciuto i suoi genitori e “riconosciuto” lei come figlia di quella terra.