da Antonio Cortese (giornalista)
SALERNO – Non ho la memoria di un elefante ma conservo sentimenti abbastanza solidi da poter rammentare l’ultima Salerno socialista di Vincenzo Giordano.
Rispondo così allo sprone inviato dal direttore Bianchini a seguito delle dichiarazioni del consigliere Elisabetta Barone a proposito della falsa provenienza ed origine non ancora controllata di coloro che si appellano in giunta come socialisti di un partito che si estinse proprio ai tempi di Giordano.
Conoscendo molto superficialmente Maraio posso dire che il tentativo di “rifondazione socialista” almeno in quanto a ideologia e pragmatica risulta goffo e ridicolo o anche troppo ambizioso, come per i tentativi di chi come Pizza cercava anni fa di rifondare una democrazia cristiana di cui nemmeno Mastella se ne fo..rnicherebbe di sognare ancora.
L’unico a poter ricordare o fare il socialista adesso a palazzo Guerra é Rino Avella, a mio avviso, perché gli altri pseudo socialisti sono troppo giovani per aver dovuto attraversare il craxismo e hanno sfoderato il garofano secondo una semplice moda fiori e cuori buonista e revisionista per presentarsi come bravi ragazzi volenterosi in municipio; perché poi anche i principi raccontati dai nostri nonni socialisti già con Martelli, De Michelis, Giordano e il nazional Bettino erano andati a farsi fo..derare.