SANZA – Se andate a leggere i commenti al mio articolo del 9 maggio scorso dal titolo “Gambino/47 – Calabrese, bene, bravo, 7+” troverete epiteti sicuramente oltraggiosi con cui sono stato definito per il mio modo di scrivere. Si va dallo “smetti di scrivere stronzate” al classico “venduto al miglior offerente” per finire al “puttano del giornalismo”. Ma, ovviamente, non finisce qui. Per telefono, devo dire anche incautamente, spesso vengo apostrofato con i termini più svariati, si va dal “bastardo” al “sei un uomo di m…”, con affondi del tipo “ti spacco la faccia” ovvero “ti distruggo”. E mi fermo qui per carità di Dio, anche perché da tempo ho deciso di non rispondere mai ad armi pari ritenendo che il mondo del web consente l’insidioso e perfido anonimato a tutti. Tutto questo da il senso e il limite che, comunque, anche quando si scrivono verità l’informazione deve avere, soprattutto quando si rischia di toccare gli aspetti più personali dei personaggi dei quali si va a descrivere fatti ed anche misfatti. Il buon senso deve sempre prevalere. Io personalmente cerco sempre di mantenermi nelle linee della correttezza, anche deontologica, pur ammettendo che il gioco di equilibrismo è spesso alquanto difficile nel momento in cui mi accingo a scrivere quelle che a me appaiono come verità incontrovertibili. La cosa si aggrava quando, nonostante la mia lunga esperienza giornalistica, mi ritrovo a scrivere cose che in provincia sortiscono effetti molto diversi da quelli che solitamente riecheggiano nella città capoluogo. Mi rendo anche conto che il lettore medio del Vallo di Diano non è storicamente abituato a questo tipo di giornalismo e che personalmente dovrei anche essere più attento e riflessivo in una realtà locale che vive con i suoi tempi e con i suoi personaggi. Cercherò, da grande, di fare tesoro di queste nuove ed interessanti esperienze. Fatto questo lungo preambolo, vengo al dunque. Il precedente articolo che ho scritto sull’esito elettorale di Sanza dal titolo “Sanza, ha perso Esposito o ha vinto De Mieri?” ha fatto esplodere, mio malgrado, tutte quelle contraddizioni che ho fin qui elencate ed ha dato la stura ad una serie di commenti, soprattutto quelli non scritti e più spiacevoli. Ribadisco tutto quello che ho cercato di descrivere all’inizio di questo articolo. Così come ribadisco che nelle mie parole non c’era e non c’è alcun intento irriguardoso nei confronti del dottor Vittorio Esposito del quale ho tante volte scritto in maniera assolutamente positiva. Non ritengo, quindi, che la cronaca (anche colorita) di una sconfitta elettorale possa essere fraintesa e confusa. Fa parte della storia, non inventata da me, che Vittorio Esposito è stato, e probabilmente lo è ancora, uno degli uomini politici più potenti del Vallo di Diano e quando gli elettori cambiano non vuole assolutamente significare che negli anni precedenti sono stati amministrati male. Vuol dire solo che hanno deciso di cambiare. Punto. Che Vittorio Esposito ambisca alla carica di “referente unico del PD nel Vallo di Diano” non è un fatto segreto e neppure da nascondere anche perché il presidente del Consorzio di Bacino Sa/3 ha sempre professato le sue idee liberamente ed alla luce del sole. Il mio commento elettorale su Vittorio Esposito si ferma qui, e ciò appare chiarissimo anche dall’attenta rilettura dell’articolo in questione. Tutto il resto è “dietrologia politica” che fa da corolla a tanti servizi giornalistici a commento di quello che accade in tutti i paesi ed in tutte le tornate elettorali e che, sicuramente, non riguarda Esposito. Poi ognuno è libero di interpretare e credere quello che vuole, fortunatamente lo scritto resta e le interpretazioni vanno e vengono.
direttore: Aldo Bianchini
“Il lettore medio del Vallo di Diano” pretende di leggere notizie sulle quali un giornalista medio si sia accuratamente documentato. Venga sul posto e ascolti le opinioni della gente, di entrambe le fazioni e le riporti pure fedelmente. Mi rendo però conto che arrivare nella sperduta e attempata provincia possa creare qualche difficoltà!
E’ brutto, per non dire squallido, interloquire con gli anonimi. Ma il web è così, purtroppo, e bisognerebbe regolamentarlo per bene. Intervengo soltanto per dire all’anonimo NIVES che probabilmente non era presente all’ultimo comizio “pubblico” in piazza a Sanza della lista vincente, altrimenti avrebbe ascoltato pari pari le stesse cose che il giornalista aveva scritto nel suo promo articolo.
Scusatemi, ma Nives è il mio vero nome. Ho aggiunto anche il cognome per meglio identificarmi. E’ vero, a quel comizio non c’ero perché quella sera, in un’altra piazza, c’era anche il comizio dell’altra lista. Ho avuto modo però di guardare la registrazione. Tutte quelle parole sono state dette. Ma l’articolo resta sempre fazioso. Se nella stessa sera c’era un altro comizio perché non fare due passi (da piazza Plebiscito a Piazza Falcone e Borsellino ci vogliono 2 minuti a piedi) ed ascoltare, come un giornalista serio fa, anche le parole degli avversari?
Potreste scrivermi per e-mail il motivo per cui non i miei commenti non vengono pubblicati? Ho troppa ragione o troppo torto?