Aldo Bianchini
SALERNO – Si rinfocola la polemica politico-giudiziaria sul problema dei contributi pubblici e sulle spese reali del Giffoni Film Festival a causa dell’arrivo, in questi giorni, della Corte dei Conti che ha iniziato a fare lo spelling dei soldi pubblici utilizzati e, forse, spesi male dall’ideatore e patron del festival Claudio Gubitosi.
La polemica era scoppiata agli inizi del mese di agosto 24 quando, con una forte ed incauta esposizione personale il patron, vestito con tanto di cartelloni, si era posizionato davanti al Ministero della Cultura a Roma per protestare contro l’allora ministro Gennaro Sangiuliano reo, secondo Gubitosi, di ver tagliato i fondi pubblici al suo festival.
Da più parti si levarono gli scudi in favore di Gubitosi e contro il sen. Antonio Iannone di Fratelli d’Italia che lo aveva pesantemente rintuzzato chiedendo, con alcune domande, come fossero stati spesi i soldi pubblici ricevuti in tantissimi anni. E giustamente, adesso, dopo la Corte dei Conti il sen. Iannone è ritornato alla carica.
Nel contesto di un editoriale agostano scrissi che non amavo Gubitosi contrariamente ad alcuni giornalisti che da sempre lo veneravano. Vorrei adesso sapere quanti lo amano ancora; ma non per il fatto che Gubitosi possa essere colpevole di non so bene quale reato (resto sempre garantista), piuttosto per aver gestito a suo piacimento anche i fondi che in ogni finanziamento pubblico vengono appositamente predisposti per la stampa; soldi da distribuire a tutte le testate giornalistiche regolarmente iscritte nel registro del Tribunale, anche facendo semmai una scaletta di merito. Questo dato importante non è mai stato pubblicato.
LA NOTIZIA: La Procura Regionale per la Campania della Corte dei Conti ha fatto irruzione, con un rumore forse anche eccessivo, nei conti della Fondazione del GFF con relativo invito a dedurre sulle contestazioni notificate “Navetta per ospiti e spese giurati – Appalti sospetti ad una ditta senza titoli”. Sappiamo tutti come, molto spesso, finiscono queste tumultuose inchieste della Corte dei Conti; ma qui rimane il problema della correttezza nell’utilizzo di fondi pubblici e del perché Gubitosi non risponde alle precise domande postegli non solo dal senatore Iannone.
Sen. ANTONIO IANNONE: Dopo l’irruzione della CdC il sen. Iannone ritorna alla carica e mette in evidenza il vero problema che assilla l’azienda GFF di famiglia, della cui gestione personalizzata qualora non dovessero esserci precisi reati (almeno lo spero) rimane in piedi l’etica comportamentale. Tanto è vero che il senatore nel suo comunicato scrive: “… Ci dispiace dover registrare questa mentalità profondamente lesiva del rispetto del danaro pubblico soprattutto quando sono state inscenate anche proteste per il taglio del finanziamento governativo …”. E richiama l’attenzione sul fatto che alle altre domande Gubitosi non ha mai risposto.
LE DOMANDE: 1) Quale è stata la ricaduta del Festival sullo stato sociale di Giffoni e di tutto il comprensorio; 2) Quanti sono i posti di lavoro a tempo indeterminato generati dal flusso di decine di milioni di euro; 3) Quanti e quali sono stati i compensi per se stesso e per le convenzioni offerte a politici e/o parenti di politici; 4) Chi sono e quanti sono le centinaia e centinaia di lavoratori precari che nel corso degli anni hanno lavorato al Festival; 5) Sono state osservate tutte le regole (anche quelle afferenti l’igiene e la sicurezza sui luoghi di lavoro) almeno negli ultimi dieci anni; 6) Prima di minacciare licenziamenti sarebbe giusto rispondere alle domande.
IL PRECEDENTE: Tecnicamente l’Ente Giffoni Film Festival (come tutti gli altri Enti ed Associazioni !!) per essere trasparente fino in fondo dovrebbe sistematicamente alla fine di ogni edizione convocare una specifica conferenza stampa per dettagliare l’opinione pubblica su come sono stati spesi i soldi pubblici; soldi che, ripeto, sono di tutti tranne che di Gubitosi, del ministro, del governatore e del presidente della Provincia. Questo non mi sembra che sia avvenuto, almeno negli ultimi dieci anni, da quando cioè l’Ente fu aggredito da un controllo serrato tra la Direzione Provinciale del Lavoro e la Guardia di Finanza. Il blitz, per chi facesse finta di non ricordare, fu provocato da una specifica e dettagliata denuncia dell’allora parlamentare grillino Angelo Tofalo, e mise in luce diverse irregolarità contributive.