da Angelo Giubileo (avvocato – filosofo)
Il risultato elettorale della Liguria, come purtroppo quasi sempre accade in Italia, sarà interpretato dalle diverse forze politiche al di là dei numeri.
E invece i numeri, oltre a determinare il vincitore e i perdenti, in specie dicono anche che, tendenzialmente:
– i cittadini partecipano sempre meno al voto (46%);
– il voto si polarizza sempre più mediante una scelta di coalizione tra un candidato di centrodestra e uno di centrosinistra.
E allora il primo risultato politico è che non c’è più spazio per altre opzioni, significanti e significative, al di fuori delle coalizioni suddette.
Altro risultato, che concerne il vincitore, è che anche in condizioni di svantaggio iniziale – in questo caso dovute alle vicende legate all’ex Presidente Toti -, il candidato di centrodestra ha vinto. Nonostante tutto.
Qualcosa di molto simile a ciò che è successo, in misura senz’altro più ampia, all’inizio della Seconda Repubblica, dopo i fatti di Tangentopoli. Allora “la gioiosa macchina da guerra” di Occhetto non vide nemmeno arrivare il cavaliere Silvio Berlusconi e così il fronte “progressista” perse ancora. Come sempre in Italia.
Nel nostro Paese, in questi ultimi trent’anni, la “sinistra” quando ha vinto e governato lo ha fatto solo grazie al supporto – sempre decisivo – del “centro” politico.
L’Italia non è un Paese di sinistra. Non lo è mai stato.