Lezioni di voto americano (1)

 

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Molti personaggi noti  per le elezioni U.S.A. stanno anticipando le proprie preferenze, ma non in cabina, semplicemente su un tavolino.

 

Mentre i media si arrovellano tra pronostici e percentuali, exit poll e dati di partecipazione e afflusso, ciò che devo segnalare é comunque la pratica onesta e civile delle operazioni di voto.  Nel 2024 in Italia si consegnano le proprie preferenze in cabine a forme strane e antiquate di armadi luttuosi, con una mentalità che secreta ancora sospetti e paure medioevali se non ancor più ancestrali. Nella foto si nota Tim Walz segnare le crocette o i nomi e cognomi dei candidati sopra un normalissimo banco scolastico protetto da due soli sportellini del tipo che si adoperano ai concorsi .

 

Senza richiedere se l’elettore abbia dispositivi, armi o telefonini, l’operazione avviene nella maniera più serena possibile. Simile prassi o altrettante come il voto elettronico o addirittura a pagamento con cabine automatiche  come distributori automatici o bancomat sarebbero possibili in futuro come suggerito in qualche articolo da me stesso su il Quotidiano di Salerno un paio di anni fa. Ma almeno eliminare dalle sezioni di voto quegli “stiponi” come li chiamerebbero a Napoli che assomigliano alle camere delle torture dell’inquisizione o a delle toilette per malati terminali sarebbe quasi ora.

Un articolo tempestivo come questo potrebbe essere inteso con faciloneria con il solito pregiudizio dell’elettore medio che sostenga che tanto le elezioni nei paesi democratici siano divenuti una farsa “a tavolino” appunto, oppure d’altro canto qualche intellettuale di sinistra potrebbe pensare che le lezioni americane siano impartite in vano da sessantottini come Lacan e Focault; tempus fugit…

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