GIUDICI & POLITICI: alta tensione infinita

 

Aldo Bianchini

SALERNO – E’ vero che il 30 ottobre del 1917 Vittorio Emanuele Orlando (appena insediatosi alla presidenza del Consiglio dei Ministri) dopo la disfatta di Caporetto telegrafò la famosa frase “resistere, resistere, resistere” diretta al generale Cadorna che pochi giorni dopo, comunque, sostituì con il generale Diaz per rifare la storia di un Paese che non poteva subire l’oltraggio di una vergognosa sconfitta.

Ma è altrettanto vero che quella frase, parte integrante della storia italiana, fu ripresa in maniera vergognosa il 12 gennaio 2002 (nel contesto dell’inaugurazione dell’anno giudiziario), in un contesto assolutamente diverso ed inaccettabile come quello del dopo Caporetto, dall’allora procuratore generale di Milano, Francesco Saverio Borrelli (già capo del pool mani pulite), per rilanciare la guerra giudiziaria contro Silvio Berlusconi che era già stato tartassato e braccato nei dieci anni precedenti; a cominciare dal quel disastroso “invito a comparire” annunciato dal Corriere della Sera prima che venisse notificato a Berlusconi, nel bel mezzo di un incontro internazionale a Napoli sulla criminalità, il 22 novembre 1994.

Dopo 30 anni e con una evoluta tecnologia della comunicazione si scopre che un magistrato di Cassazione scrive una mail (ora non c’è più il telegrafo) ai suoi colleghi invitandoli, praticamente, a resistere-resistere-resistere conto la presidente Giorgia Meloni.

Insomma, come dire, quella fase veramente storica è stata utilizzata in maniera scadente e vergognosa è stata utilizzata da due alti magistrati non per difendere il Paese ma per fare soltanto squallida lotta politica contro il volere del popolo italiano.

Di fronte a quel Vittorio Emanuele Orlando che in poche ore ebbe il coraggio di prendere a calci nel sedere il generale Cadorna per rimpiazzarlo con Diaz, negli ultimi vent’anni assistiamo, invece, alla resistente vigliaccheria di alcuni magistrati che occultamente cercano di combattere il potere politico che non ha più né la forza e né la capacità di prendere il toro per le corna e buttare fuori dell’ordine giudiziario qualche suo elemento di grande e grave disturbo per la democrazia.

LA NOTIZIA:  “”… Perché all’indomani della mancata convalida sui trasferimenti dei migranti in Albania, a gettare nuova benzina sul fuoco contribuisce la mail di un esponente di Magistratura democratica, la corrente di centrosinistra delle toghe. Che due giorni fa, mentre lo scontro già imperversa, scrive ai colleghi chiedendo loro di essere «compatti» contro un «attacco alla giurisdizione» che «non è mai stato così forte, neppure ai tempi di Berlusconi». E definisce l’azione della premier «molto più pericolosa» di quella del Cav, «perché Meloni non ha inchieste giudiziarie a suo carico e non si muove per interessi personali, ma per visioni politiche». E «questo chiosa il magistrato la rende molto più forte».

 

LA FACCIA TOSTA: Alludo a quella esibita dal presidente dell’ANM (Associazione nazionale Magistrati), Giuseppe Santalucia, che (solo per il fatto di essere magistrato e presidente di un’organizzazione sindacale di parte) crede di poter impartire lezioni del suo pensiero come se si trovasse di fronte non ad un intero Paese ormai stanco di questo strapotere dei giudici ma ad una classe di scolaretti della prima elementare. E cerca in maniera ridicola di accreditare alle parole dell’autore della mail, Marco Patarnello (sostituto procuratore della Cassazione), un senso diverso da quello che ognuno dovrebbe percepire: “Una vera e propria chiamata alle armi contro la Meloni” che, come scrive lo stesso Patarnello è un ostacolo molto più duro di Berlusconi perché non ha inchieste a suo carico.

CONCLUSIONI: Davvero siamo alla frutta; difatti se passasse la linea di pensiero di questi pochi magistrati dovremmo difenderci dall’azione politica di una premier che non è assolutamente ricattabile e che governa non per interessi personali ma per visioni pollitiche. Insomma, al di là lelle convinzioni personali di ognuno, le stesse parole di Patarnello (scritte forse senza rendersi  conto di cosa scriveva !!) dovrebbero, invece, indurci a manifestare soddisfazione per essere governati, per la prima volta nella storia della Repubblica, da una persona immune da problemi di natura giudiziaria. Cose dell’altro mondo. Ma c’è anche qualcuno, come la solita Elly Schlein e l’incomprensibile Giuseppe Conte, che si muove sulla scia di quei magistrati attraverso i quali credono di fare una giusta opposizione.

E la storia continua !!!

 

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