CARDIOCHIRURGIA: la sig.ra Ascione e la lettera dei miracoli

 

Aldo Bianchini

SALERNO – “Se ci riesci … sogna un mondo migliore”, titola così la splendida lettera inviata dalla signora Anna Rita Francesca Ascione al quotidiano Il Mattino; un lettera che ha trovato spazio nell’edizione del 6 ottobre, per raccontare le drammatiche ore vissute accanto a suo marito Romolo Della Calce, prima nel pronto soccorso del Ruggi e poi nella divisione UTIC (retta dalla dott.ssa Amelia Ravera, figlia d’arte) della Torre Cardiologica.

Una lettera in cui la sig.ra Ascione, oltre a dimostrare una proprietà di scrittura non comune, mette in evidenza anche senza dirlo tutto lo squallore mediatico-politico che da molto tempo si sta facendo per demonizzare il complesso della Torre del Cuore ideata, voluta e realizzata dal prof. Giuseppe Di Benedetto.

Per ragioni che non c’entrano proprio niente con la corretta e continua professionalità degli addetti tutti hanno dato man forte alla grancassa della guerra intestina tra Iesu e Coscioni, come dire tra gli antideluchiani e i deluchiani, come se in quel monumento medico ci fossero soltanto loro due negli ultimi anni. Non è così, e grazie  Lei ora lo hanno scoperto tutti.

“”«È grave», mi hanno detto. Dal Pronto Soccorso lo hanno portato via, all’Utic. Di lui mi rimase in mano il suo orologio, il telefono e il portafogli. Grave che significava? La gravità mi venne spiegata inizialmente dalla dottoressa Amelia Ravera, primario dell’Utic. Era effettivamente molto grave, ma lei, guardandomi negli occhi con una sicurezza mista a tenerezza, mi disse che avrebbero fatto di tutto per salvarlo. Lo sottopose subito a cure intensive. L’infarto non rientrava C’era bisogno di un intervento. La sera dopo incontrai per la prima volta il dottor Mario Colombino. «Mi chiamo Mario Colombino e sono un cardiochirurgo. Domani effettueremo un intervento di bypass. Non sì può aspettare altro tempo, la situazione è gravissima. Ma farò di tutto per salvarlo». L’intervento è durato circa sei ore, intanto pregavo. Dopo sei lunghissime ore il dottor Colombino mi ha ricevuto davanti alla sala operatoria, spiegando come fosse avvenuto l’intervento. Tre bypass. Rivascolarizzazione miocardica a cuore battente”” (fonte Il Mattino).

Questa la descrizione di quei momenti drammatici fatta dalla Ascione che chiude con una meravigliosa frase: “Avevo sognato un mondo migliore. Una sanità migliore. Io l’ho trovata”.

Bravissima signora Ascione, con la sua lettera Lei ha reso un servizio necessario per tutta la collettività che ha bisogno di notizie confortanti e non soltanto delle chiacchiere e degli scritti di spaventatori seriali.

Oltretutto con il suo scritto Lei ha dimostrato che il mondo in generale, ed anche quello del difficile spazio della medicina, va avanti anche senza gli scienziati di turno, pompati d una stampa poco riflessiva; difatti se sulla Terra sono apparsi soggetti come Einstein, Marconi e Fermi ecc., i quali sembravano aver fermato il mondo; invece questo piccolo pianeta è andato avanti ed è cresciuto, perché no anche grazie al loro contributo, dimenticando presto i nomi roboanti.

Ed è proprio questo che è accaduto al Ruggi e che Lei ha descritto in una maniera meravigliosa.

 

 

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